sabato 22 ottobre 2016

“Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta”

Così, nel culto popolare, si usava rivolgere una richiesta di intercessione alla Santa  che rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c’è alcuna via di scampo. Santa Barbara, infatti, è la protettrice di coloro che si trovano “in pericolo di morte improvvisa dovuta al fuoco”.

Il 4 dicembre, data finalmente fissata per il Referendum costituzionale, è necessario far valere le ragioni del NO perché un Parlamento illegittimo per l’incostituzionalità della legge elettorale ha deciso di stravolgere la Costituzione italiana. E non è possibile accettare un simile scempio della democrazia, attuato in modo frettoloso, confuso ed incompleto.

Molto è lasciato al caso. Il resto è pericolosamente accentrato nelle mani di una singola persona: il premier. 

Ogni cittadino di buon senso ha il dovere morale di votare NO. Perché la Costituzione va rispettata, non cambiata e, addirittura, stravolta.

Dunque, il 4 dicembre, rivolgerò a Santa Barbara la preghiera del popolo: “Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta” che, nel caso specifico, significherà: “liberaci dal Renzi e dalla Boschi”.


Poi andrò a votare e voterò NO. Perché io rispetto la Costituzione.

sabato 9 luglio 2016

Renzi, non venire!

In primo luogo sarebbe interessante capire se tu, o Renzi, sia stato invitato o se tu, o Renzi, abbia deciso di tua spontanea volontà di intraprendere questa visita a Taranto prevista per il 29 luglio.
Posso riformulare la domanda nel dialetto della mia Taranto: "è venùte, o t’hann mannàt?"
In ogni caso, con o senza invito, troverai un'
accoglienza fantastica ed indimenticabile.

Tutto sommato, tu, o Renzi, hai SOLO dimenticato Taranto:
-     hai solo proposto ed adottato 10 decreti salva-Ilva, l'ultimo dei quali scandaloso per l'impunità delle scelte inquinanti;
-     hai solo organizzato un piano di riordino della sanità tarantina privatizzando il pubblico e penalizzando migliaia di cittadini pugliesi;
-     hai solo ignorato che la storia della civiltà è iniziata a Taranto.

Tutto sommato tu, o Renzi, hai SOLO dimenticato l'Italia. E Taranto si trova in Italia, lo sai?
-     Hai solo cancellato anni di lotte sindacali, proponendo e varando il Jobs Act;
-     hai solo distrutto la Vera Scuola, presentando ed approvando quella che solo tu chiami la buona scuola;
-     stai solo tentando di modificare 1/3 della Costituzione;
-     ti sei solo autoproclamato Presidente del Consiglio nonostante tu fossi ben conosciuto solo tra i leopoldini;
-     stai solo approvando pseudo-riforme incostituzionali anche per effetto dell'incostituzionalità del governo che presiedi;
-     hai solo scippato gli italiani del diritto al voto!

Se qualcuno avesse scippato a te ciò che tu hai scippato a noi, saresti il primo a lanciare pomodori allo scippatore di diritti.


Stai sereno, o Renzi. E, a Taranto, non venire!

venerdì 8 luglio 2016

Io non taccio.

Perché l’anno scolastico 2015-2016 è stato l’annus horribilis per la scuola italiana.
Nell’ultimo trentennio, quello del quale ho esperienza diretta “sul campo”, non si era mai assistito ad un tale depauperamento valoriale, ideale e stipendiale.
Mai nessuno aveva osato pensare che gli insegnanti potessero lasciarsi ammaliare da “piccoli omaggi in denaro” da spendere obbligatoriamente per determinati fini e da rendicontare necessariamente alla scuola di appartenenza. Come dire: “ti regalo una mancetta  che tu spenderai come dico io, dove dico io e per fare ciò che io ti dico.”
Mai nessuno aveva osato pensare che i diritti acquisiti con lauree, specializzazioni, master, concorsi, abilitazioni, potessero essere cancellati proponendo contratti triennali per tutti, belli e brutti…
Mai nessuno aveva osato cancellare la contrattazione sindacale con una pseudo-riforma della scuola.
Mai nessuno aveva osato bloccare un CCNL dal 2007 fino al 2020. Tredici anni di blocco contrattuale. Deciso da chi? Dal capo della Leopolda  che, serenamente, è diventato – per sua scelta unidirezionale ed egocentrica, capo del Governo italiano…
In questo annus horribilis la scuola italiana è sprofondata nel baratro della burocrazia autoreferenziale, nella voragine dell’anarchia decisionale, nel cratere formativo ed educativo che stenta a riprendere la sua attività eruttiva.
Deboli le colonne di fumo che continuano ad innalzarsi, ma testimonianza incancellabile di un’attività sotterranea mai placatasi. Perché, come espresso da un antico proverbio indiano “you can hide the fire, but where are you going to put the smoke?”
Qualcuno, forse, osa pensare di aver sepolto la Vera Scuola? Ebbene, quel qualcuno sbaglia!
Perché nonostante la voce dei Veri Insegnanti appaia, talvolta, solitaria, nella realtà non lo è affatto…
Io non taccio. Non ne ho alcuna intenzione. E so di non essere sola!

domenica 3 luglio 2016

La supercazzola.

Non saprei spiegarne la motivazione neanche se mi impegnassi.
Però il dato è certo: ogni volta che mi capita di ricercare nel mio pc la L. 107/2015, mi torna in mente l’impareggiabile Ugo nazionale con la sua supercazzola. E ogni volta che, scartabellando tra le innumerevoli pagine presenti sulla mia scrivania, mi accingo a cercare la Gazzetta Ufficiale n. 175 del 30 luglio 2015, mi ritrovo a pensare a lui ed al suo insulso antani.
E’ inutile negarlo: non ho mai accettato la Buona Scuola né mai mi sono adeguata alle logiche aziendalistiche ad essa sottese. Perché la BS ha voluto ridisegnare la brutta copia di un’azienda sull’orlo del fallimento, ma la Vera Scuola era differente.
La Vera Scuola aveva posto al centro dell’azione educativa, formativa e didattica la PERSONA; la BS, presentata come una sottospecie di prodotto di marketing, ha totalmente scardinato ogni principio sociale e didattico.
La BS, nel suo unico articolo e nei suoi 212 commi non parla di didattica; di programmazione per competenze; di valutazione delle competenze. Non parla di intere categorie di lavoratori che nella scuola operano; non parla del personale ATA; degli educatori; dei facilitatori; dei docenti della Scuola dell’Infanzia. Non parla affatto di interi segmenti della vita formativa dei bambini perché ignora totalmente la Scuola dell’Infanzia. Non parla dei percorsi della formazione professionale. La BS non considera Scuola l’Università, eppure il Ministero si chiama MIUR: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.  La BS non conosce gli spazi di azione dei quali possono fruire studenti e docenti, quindi non ne parla; presenta - invece - un elenco triennale delle opere pubbliche con il quale reputa di risolvere le gravi problematiche strutturali presenti nelle scuole italiane. La BS è decisamente una super-sola con la quale sono stati manipolati migliaia di italiani, facendo credere loro che questa riforma avrebbe definitivamente e gradualmente risolto il fenomeno del precariato; ma la verità è molto diversa: dall’approvazione della BS tutti gli insegnanti sono diventati precari, anche i docenti di ruolo. Tutti con contratti triennali. Tutti inseriti negli albi territoriali che altro non sono se non enormi calderoni dai quali i DS potranno “pescare” i docenti maggiormente confacenti ai loro PTOF per proporre loro dei contratti triennali. E dopo? Altro giro altra corsa, altro ambito, altro DS, altro PTOF.
La BS non  è ciò che vuol far credere di essere perché non è una riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione. Così come non è affatto adeguata a valorizzare il merito dei docenti. Molto banalmente la BS ha irresponsabilmente scambiato la scuola per un’azienda; ha semplicisticamente scambiato gli alunni per bulloni; ha sistematicamente scambiato i docenti per marionette. Ed ha colpevolmente ignorato tutto il resto. Peccato che “tutto il resto” fosse solo … la Vera Scuola…

Dunque, poiché con la 107/2015 hanno prodotto: “La super-sola inadeguata con suggestioni aziendalistiche…come fossimo marionette…”, adesso capisco perché quando rileggo parti della 107 non posso fare a meno di pensare alla “supercazzola prematurata con scappellamento a destra…come fosse antani…”

domenica 29 maggio 2016

A proposito del bonus per il merito...

Con riferimento al bonus, ho prodotto formale comunicazione di indisponibilità ad essere valutata. La condivido perché possa essere utile a chiunque ne abbia interesse… Ai DS pensatori, invece, dedico un messaggio musicale…



Oggetto: Comunicazione inerente il bonus (L. 107/2015 art. 1 c. 129).

La sottoscritta CARTELLA Bianca Maria, in servizio presso codesta Istituzione scolastica in qualità di docente di Inglese con contratto a T.I., formula la presente al fine di
C O M U N I C A R E
che per il corrente a.s. 2015-2016 non intende essere sottoposta a procedura valutativa finalizzata all’assegnazione del bonus premiale (L. 107/2015 art. 1 c. 127). Infatti, la scrivente ha preso atto dei criteri - regolarmente elaborati dal Comitato di Valutazione - nel corso del Collegio dei Docenti svoltosi giovedì 19 maggio 2016 ed è stata ampiamente informata dalla S.V.
a.    dell’insussistenza della “richiesta di valutazione” da produrre a cura di chiunque ne sia interessato;
b.    della necessità di presentare domanda di valutazione del servizio SOLO con riferimento all’art. 448 del TU richiamato dalla L. 107/2015 art. 1 c. 129 ultimo capoverso;
c.    dell’indiscutibile esigenza – espressa dalla S.V. – di ottemperare a quanto richiesto dalla L. 107/2015 mediante univoca decisione, a cura della S.V., riguardante i docenti da sottoporre a valutazione.
In considerazione di quanto sopra, ribadisce la propria ufficiale indisponibilità affinché si proceda a qualsivoglia procedura valutativa riguardante la propria persona per le motivazioni di seguito riportate:
1.    l’assegnazione del bonus premiale è inevitabilmente ed evidentemente collegata alla valutazione del servizio reso pertanto, in considerazione del fatto che il servizio è valutato “su richiesta dell’interessato” (cfr. c. 129 ultimo capoverso) ne consegue che anche l’assegnazione del bonus debba essere regolamentata da un’istanza prodotta dal docente di ruolo che ne abbia interesse;
2.    i dipendenti pubblici hanno identici diritti e doveri su tutto il territorio nazionale, pertanto sono tenuti a rispettare leggi e norme uniformi ed univoche valide in tutta Italia. Ebbene, i criteri elaborati da ogni Comitato di Valutazione – regolarmente costituito in ogni Istituzione scolastica italiana – pur essendo conformi ai descrittori enunciati dalla L. 107/2015, risultano differenti da scuola a scuola. Dunque, essendo tali criteri ampiamente discrezionali e largamente differenziati in tutto il territorio nazionale, non rivestiranno alcun carattere giuridico se non al termine del triennio 2016-2018;
3.    l’accesso alla procedura valutativa è diversamente normato in ognuna delle 8500 Istituzioni scolastiche italiane, pertanto, in mancanza di uniformità operativa, ogni docente di ruolo potrà essere valutato in 8500 modi differenti e potrà avere accesso alla procedura in altrettante modalità;
4.    l’emanazione della Nota MIUR n. 1804 in data 19.04.2016 appare tardiva nella tempistica in quanto comunica le modalità operative SOLO al termine dell’a.s. in corso;
5.    il bonus rientra nel compenso definito “accessorio” (L. 107/2015 art. 1 c. 128) pertanto, per la sua attribuzione, è necessaria una contrattazione a livello di Istituto. Contrattazione completamente ignorata dalla già richiamata Nota MIUR n. 1804 del 19.04.2016 che non richiama neanche i termini “retribuzione accessoria”. Ma una Nota ministeriale non può né cancellare, né ignorare, né abrogare una Legge dello Stato!
Quindi, esaminate le sopra elencate motivazioni
C O M U N I C A
la propria indisponibilità ad essere individuata quale possibile destinataria di procedimenti valutativi finalizzati all’assegnazione di un bonus premiale per il corrente a.s. 2015-2016.

Nel ringraziarla per l’attenzione, l’occasione è gradita per porgere un cordiale saluto.

venerdì 20 maggio 2016

Il pensatore.

Immaginare un DS che pensa; che trascorre settimane intere a pensare a tutti i docenti che lavorano nell’istituzione scolastica che egli stesso dirige; che pensa e ripensa ai possibili destinatari del bonus per il merito; che pensa alle persone come se fossero birilli, ha rievocato nella mia mente l’immagine del Pensatore di De Chirico…

E questo DS pensatore, che ha l’obbligo di osservare la Legge 107 e che ha l’onere di pensare a CHI possa essere giudicato per poi ricevere il fantasioso bonus, è una figura solitaria che – in completa solitudine – deve operare la scelta tra i “buoni” e i “cattivi”. Buoni e Cattivi che, nella sua mente da pensatore sono, rispettivamente, i meritevoli e i non-meritevoli. A fargli compagnia, nella mano sinistra, solo una tavoletta con la scritta: SUM SED QUID SUM…

Ma la concezione del pensatore corrisponderà alla reale collocazione di ogni docente? Cioè, siamo tutti certissimi del fatto che i buoni siano meritevoli? E se, invece, i meritevoli fossero proprio coloro che il pensatore colloca tra i cattivi? Il DS pensatore è solo. La Legge 107 gli concede la potenza dirimente del pensiero unico ed inappellabile. E così, pensando pensando, sceglierà i nomi dei docenti che potranno essere valutati dal Comitato di Valutazione, sulla base dei criteri precedentemente definiti.

Detto questo, si rende necessaria qualche puntualizzazione. Io credo che non sia regolare procedere alla valutazione di alcuni docenti con regole rese note al termine dell’anno scolastico; inoltre, penso che non sia troppo legittimo operare procedure valutative differenziate in ogni scuola d’Italia. Gli insegnanti sono dipendenti pubblici che, nell’espletamento della loro professione condividono norme, diritti e doveri che sono uguali su tutto il territorio nazionale… ma questo sfugge sia agli estensori sia ai sostenitori della Buona Scuola che buona non è. Ecco, proprio come i docenti: i buoni insegnanti (quelli che saranno individuati dal DS pensatore) proprio buoni non sono. Saranno forse buoni per la Buona Scuola, ma visto che la Buona Scuola buona non è… Saranno forse funzionali alla Buona Scuola, ma considerato che la Buona Scuola funzionale non è…

Insomma, la Legge 107 aveva  la pretesa di riformare la Scuola ma, di fatto, ha creato un’aberrante dicotomia che, nel corso di questo anno scolastico, ha progressivamente tentato di annientare la Vera Scuola, la scuola degli studenti veri con le loro famiglie vere, dei collaboratori veri, degli insegnanti veri. La scuola vera è quella che risponde al dettato costituzionale che nell’incipit dell’art. 33 recita “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
La scuola vera è quella libera. Libera e pensante. Ma non nel solitario silenzio di un decisore unico che assegnerà un bonus premiale insignificante ad una ristretta minoranza di soggetti presenti nei pensieri del DS pensatore.
La scuola vera è quella libera. Libera e pensante. Ma nell’assordante sinfonia delle parole, delle idee, delle opinioni, della creatività, delle sinergie che solo nelle singole classi di ogni scuola del mondo è possibile assaporare.

Io, in quest’assordante sinfonia, vivo.

domenica 8 maggio 2016

Mai sono stata stanca come quest’anno!

E sapevo già tutto: sapevo che la 107 avrebbe affossato la scuola e le persone che ci lavorano. Era tutto scritto.
Quest’anno scolastico è trascorso, per me, nel tentativo di capire se ci fossero dei margini di bontà da ricavare dal testo di una Riforma della scuola che Riforma non è.
Dunque niente PON, niente FESR, niente progettazione di interventi aggiuntivi, niente POF, niente PTOF, niente funzioni strumentali, niente visite guidate, niente animatore digitale, niente ore aggiuntive di insegnamento, niente progetti di ampliamento dell’offerta formativa, niente corsi di specializzazione, niente PNSD, niente master, niente…
Ho fatto SOLO l’insegnante. E mi sono chiesta come avessi potuto, nel passato, organizzare e seguire TUTTO con entusiasmo e partecipazione. Ecco, il problema è tutto qui: la consapevolezza di una Riforma approvata senza partecipazione e senza il necessario coinvolgimento della Scuola ha azzerato l’entusiasmo ed ha cancellato la storia della Vera Scuola.
Ho fatto SOLO l’insegnante: ho svolto con diligenza la professione che ho scelto ben sapendo che il c. 1 della 107 già ventilava la necessità di avere le scuole aperte sempre, in modo permanente; che il c. 2 già parlava di un PTOF irrealizzabile; che il c. 3 ribadiva il potenziamento del tempo scolastico; che il c. 4 non aggiungeva personale per la realizzazione degli interventi; che il c. 5 istituiva l’organico dell’autonomia; che il c. 6 sanciva un’autonomia già esistente, che il c. 7 individuava gli obiettivi formativi prioritari senza prevedere maggiori oneri per la finanza pubblica; che il c. 8 riguardava solo il Friuli Venezia Giulia; che il c. 9 prevedeva solo prodotti di qualità per la refezione scolastica; che il c. 10 inseriva iniziative di formazione relative alle tecniche di primo soccorso; che il c. 11 prevedeva l’assegnazione di un Fondo di funzionamento per le istituzioni scolastiche, fondo peraltro già esistente; che il c. 12 indicava i tempi del PTOF; che il c. 13 prevedeva la verifica del PTOF da parte dell’USR; che il c. 14 trasformava il POF in PTOF…
Non è opportuno continuare. Perché una Riforma della Scuola non può essere costituita da un solo articolo con 212 commi; una Riforma della Scuola non può abolire il parere dell’organo collegiale consultivo nazionale della scuola (c. 192); una Riforma della Scuola non può non trattare il tema delle competenze dei docenti e degli studenti; una Riforma della Scuola non può mescolare “modello-minestrone” organizzazione del tempo scuola ed edilizia scolastica; una Riforma della Scuola non può dichiarare l’inefficacia di norme e procedure contenute nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (c. 196); una Riforma della Scuola non può fingere che la Scuola dell’Infanzia – primo ed insostituibile segmento sociale ed educativo – non esista; una Riforma della Scuola non può essere pubblicata in GU il 15 luglio ed essere ripubblicata il 30 luglio.
Ragazzi, non è serio!
E poi, una Riforma della Scuola non può contenere 9 deleghe perché, assegnando un numero così elevato di deleghe in bianco al Governo, si ravvisa una lunga serie di competenze destinate all’analisi governativa: il problema delle deleghe in bianco è serio perché, in una sola mossa, è eliminato il rinnovo contrattuale introducendo la libertà governativa di disporre del corpo docente e del sistema nazionale di istruzione e formazione a suo piacimento - modificandone la struttura - senza tener conto alcuno delle necessità sindacali di mediazione e senza alcun rispetto dei lavoratori nel tentativo di esprimere le loro opinioni. La conseguenza più grande è stata, certamente, quella di aver assistito alla sparizione di sindacati e tavoli di contrattazione, vista la condizione obbligatoria della legge di disporre della scuola tutta. Inoltre, con riferimento all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità,  si legge una confusione di norme differenti. Sono confusi gli studenti diversamente abili, riconosciuti ai sensi della Legge 104 articoli 3 e 4 e gli studenti DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) certificati ai sensi della Legge 170/2010 e si dimenticano gli studenti BES (Bisogni Educativi Speciali).

Mai sono stata stanca come quest’anno! Ed a stancarmi ha contribuito la consapevolezza di essere diventata una docente precaria, come i mei 800.000 colleghi in Italia: docenti di ruolo fino al 2015 e precari dal 2015 in poi. Altro che piano assunzionale: da quest’anno la deportazione è tornata di moda. Una deportazione stabilita da pochi non eletti ed approvata da molti che non potevano perdere né poltrone né privilegi.
Mai sono stata stanca come quest’anno! Eppure ho fatto SOLO l’insegnante, ma a stancarmi ha contribuito la consapevolezza dell’avvenuta cancellazione di interi articoli della Costituzione.
ART. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
L’Italia è diventata un regime non-democratico, senza lavoro e senza possibilità – per il popolo – di votare per i suoi governanti.
ART. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
L’Italia ha cancellato i diritti inviolabili di ogni singolo cittadino ed esodati, inoccupati, docenti, giovani, pensionati ne sono la dimostrazione.
ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
L’Italia ai tempi del Renzie & Co. ha privato tutti gli italiani di dignità sociale.
ART. 12. La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
E la bandiera del Regime, qual è?

Mai sono stata demotivata quanto quest’anno.

martedì 3 maggio 2016

Respect, please!

Non è solo una questione di stile. E’ soprattutto una questione di principio. Anzi, veramente parlerei di RISPETTO.
Perché dovrei chiedere di essere valutata? Per ottenere quei 23 o 24 euro in più al mese per un periodo limitato? E dopo questa lauta ricompensa, come mi sentirei? Più soddisfatta? Più ricca? Più meritevole? Alla fine del periodo limitato di tempo in cui sarò stata premiata diventerò nuovamente non-meritevole?
Io NON chiederò di essere valutata perché:
1. Ho brillantemente superato laurea, abilitazioni, anno di prova, specializzazioni e master;
2. Dei 23 o 24 euro al mese (a scadenza) non saprei che farne: penso che il merito di ciascuno valga molto di più;
3. Essere valutata non mi renderebbe più soddisfatta di me;
4. Il “premio” non mi farebbe sentire realmente meritevole;
5. Le modalità di attribuzione del merito sono lacunose ed arraffazzonate, proprio come la Legge 107/15.
Io NON chiederò di essere valutata semplicemente perché penso che l’unica richiesta che ogni docente dovrebbe, con forza, reiterare è IL RINNOVO DEL CONTRATTO.  per una questione di solo RISPETTO.

lunedì 18 aprile 2016

Inarrestabile affabulatore abusivo.

Questo è.
E’ abusivo perché la carica ricoperta da quest’uomo gli è stata conferita dai Leopoldini, che non sono certamente rappresentanti degli italiani.
E’ affabulatore perché nel commentare il mancato raggiungimento del quorum al referendum del 17 aprile ha inteso raccontare agli italiani la vetusta storiella “dei buoni e dei cattivi”, definendosi il “buono” per eccellenza: colui che ha salvato 11.000 posti di lavoro e, addirittura unendosi in un brindisi virtuale con gli 11.000 che domani potranno tornare serenamente a lavorare per merito suo… Conseguentemente i “cattivi”, secondo la teoria dell’inarrestabile affabulatore abusivo, sarebbero tutti coloro i quali, esercitando il diritto di voto, NON avrebbero consentito agli 11.000 di tornare al lavoro questa mattina.
Io non posso né voglio credere che un solo italiano abbia potuto accettare le parole del Renzie.
Perché il Referendum del 17 aprile poneva la questione della DURATA delle concessioni: il quesito chiedeva di abrogare la norma, introdotta nella legge di stabilità entrata in vigore il 1 gennaio 2016, che permetteva di estendere una concessione “per la durata di vita utile del giacimento”, cioè per un tempo indefinito. Se avesse prevalso il SI quella frase sarebbe stata cancellata e si sarebbe conservata la normativa italiana e comunitaria secondo la quale tutte le concessioni per lo sfruttamento di idrocarburi o di risorse minerarie, a terra o in mare, hanno durata di trent’anni, con possibilità di proroghe per altri complessivi venti. Cioè si sarebbe cancellata un’anomalia perché è insolito che una risorsa dello stato, cioè pubblica, sia data in concessione senza limiti di tempo prestabiliti.  Quindi se avesse prevalso il SI le piattaforme oggi in attività avrebbero continuato a lavorare fino alla scadenza della concessione (o dell’eventuale proroga).
E’ un affabulatore perché, ancora una volta, l’ennesima da quando ha abusivamente occupato la poltrona di Presidente del Consiglio, ha spostato l’attenzione degli italiani su questioni totalmente infondate, prive di qualunque aggancio contestuale alla realtà degli eventi. La questione degli 11.000 posti di lavoro salvati dal Renzie è stata una delle sue tante cadute di stile: non è accettabile ascoltare simili dichiarazioni che offendono il buon senso di chi ascolta. Semplicemente perché questo Referendum NON chiedeva agli italiani se desiderassero mantenere o troncare (già da questa mattina) 11.000 posti di lavoro!

E’ un affabulatore perché, nel raccontare la storiella del diciottenne che gli scrive una mail per chiedergli un consiglio riguardante l’opportunità di recarsi a votare ha inteso far credere di essere una guida carismatica per tutti i giovani di belle speranze. Spostando, di fatto, ancora una volta, l’attenzione dal problema vero: da Presidente del Consiglio non avrebbe dovuto MAI invitare all’astensionismo. Ma tanto lui è lui!

E’ inarrestabile perché ogni giorno ha una storiella da raccontare; ogni giorno sforna slogan che poi, puntualmente, si rivelano infondati sia nel merito, sia nel metodo; ogni giorno parla e sparla. E’ davvero inarrestabile quest’uomo…
E’ inarrestabile anche perché, nel diritto anglosassone esiste l’impeachment che è un procedimento d’incriminazione promosso contro rappresentanti della pubblica amministrazione che si siano resi colpevoli di reati nell’esercizio delle loro funzioni. Nell’ordinamento italiano, invece, il termine impeachment non ha valore tecnico-giuridico anche se, nell’uso giornalistico indica il procedimento speciale di accusa contro il capo dello stato o un alto esponente del governo.
Dunque, essendo un inarrestabile affabulatore abusivo, vogliamo almeno spiegargli che un pochino di impeachment gli farebbe comprendere meglio come rivolgersi alle italiche genti? In determinate situazioni è un peccato essere in Italia: il luogo in cui gli abusivi non vengono perseguiti; gli affabulatori ricoprono incarichi abusivi e gli affabulatori abusivi sono inarrestabili anche se invitano all’astensionismo.
Quasi quasi me ne vado dall’Italia…