Perché l’anno scolastico 2015-2016 è stato l’annus
horribilis per la scuola italiana.
Nell’ultimo trentennio, quello del quale ho esperienza
diretta “sul campo”, non si era mai assistito ad un tale depauperamento
valoriale, ideale e stipendiale.
Mai nessuno aveva osato pensare che gli insegnanti potessero
lasciarsi ammaliare da “piccoli omaggi in denaro” da spendere obbligatoriamente
per determinati fini e da rendicontare necessariamente alla scuola di
appartenenza. Come dire: “ti regalo una mancetta che tu spenderai come dico io, dove dico io e
per fare ciò che io ti dico.”
Mai nessuno aveva osato pensare che i diritti acquisiti con
lauree, specializzazioni, master, concorsi, abilitazioni, potessero essere
cancellati proponendo contratti triennali per tutti, belli e brutti…
Mai nessuno aveva osato cancellare la contrattazione
sindacale con una pseudo-riforma della scuola.
Mai nessuno aveva osato bloccare un CCNL dal 2007 fino al
2020. Tredici anni di blocco contrattuale. Deciso da chi? Dal capo della
Leopolda che, serenamente, è diventato –
per sua scelta unidirezionale ed egocentrica, capo del Governo italiano…
In questo annus horribilis la scuola italiana è sprofondata
nel baratro della burocrazia autoreferenziale, nella voragine dell’anarchia
decisionale, nel cratere formativo ed educativo che stenta a riprendere la sua
attività eruttiva.
Deboli le colonne di fumo che continuano ad innalzarsi, ma
testimonianza incancellabile di un’attività sotterranea mai placatasi. Perché, come espresso da un antico
proverbio indiano “you can hide the fire, but where are you going to put the
smoke?”
Qualcuno, forse, osa pensare di aver sepolto la Vera Scuola?
Ebbene, quel qualcuno sbaglia!
Perché nonostante la voce dei Veri Insegnanti appaia, talvolta,
solitaria, nella realtà non lo è affatto…
Io non taccio. Non ne ho alcuna intenzione. E so di
non essere sola!
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