venerdì 8 luglio 2016

Io non taccio.

Perché l’anno scolastico 2015-2016 è stato l’annus horribilis per la scuola italiana.
Nell’ultimo trentennio, quello del quale ho esperienza diretta “sul campo”, non si era mai assistito ad un tale depauperamento valoriale, ideale e stipendiale.
Mai nessuno aveva osato pensare che gli insegnanti potessero lasciarsi ammaliare da “piccoli omaggi in denaro” da spendere obbligatoriamente per determinati fini e da rendicontare necessariamente alla scuola di appartenenza. Come dire: “ti regalo una mancetta  che tu spenderai come dico io, dove dico io e per fare ciò che io ti dico.”
Mai nessuno aveva osato pensare che i diritti acquisiti con lauree, specializzazioni, master, concorsi, abilitazioni, potessero essere cancellati proponendo contratti triennali per tutti, belli e brutti…
Mai nessuno aveva osato cancellare la contrattazione sindacale con una pseudo-riforma della scuola.
Mai nessuno aveva osato bloccare un CCNL dal 2007 fino al 2020. Tredici anni di blocco contrattuale. Deciso da chi? Dal capo della Leopolda  che, serenamente, è diventato – per sua scelta unidirezionale ed egocentrica, capo del Governo italiano…
In questo annus horribilis la scuola italiana è sprofondata nel baratro della burocrazia autoreferenziale, nella voragine dell’anarchia decisionale, nel cratere formativo ed educativo che stenta a riprendere la sua attività eruttiva.
Deboli le colonne di fumo che continuano ad innalzarsi, ma testimonianza incancellabile di un’attività sotterranea mai placatasi. Perché, come espresso da un antico proverbio indiano “you can hide the fire, but where are you going to put the smoke?”
Qualcuno, forse, osa pensare di aver sepolto la Vera Scuola? Ebbene, quel qualcuno sbaglia!
Perché nonostante la voce dei Veri Insegnanti appaia, talvolta, solitaria, nella realtà non lo è affatto…
Io non taccio. Non ne ho alcuna intenzione. E so di non essere sola!

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