giovedì 17 dicembre 2015

Per favore, spiegatemi perché.

Per favore, spiegatemi perché.

Ci sono molte cose che, evidentemente, non mi sono chiare.
In primavera anche a Statte si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale.
Io penso che sia necessario cambiare e sembra – dico: SEMBRA – che questa necessità di cambiamento sia sentita da gran parte dei miei concittadini. Così è nata l’idea di Cittadini per il cambiamento: una comunità virtuale su Facebook correlata al gruppo “5 stelle per il cambiamento di Statte”.
Ma il virtuale ha bisogno anche del reale per poter interagire con le “persone vere”.
Esistono persone vere che desiderano veramente cambiare il volto politico di Statte?
A Statte insegno da più di 20 anni e tanti sono i giovani con i quali ho interagito per il triennio di quelle che, prima, si chiamavano Scuole Medie. Tanti ragazzi hanno lasciato Statte, cercando e trovando il loro futuro fuori dal paesino in collina; fuori dalla regione sudista nella quale erano nati; fuori dall’Italia che aveva dato loro la cittadinanza e poco altro; fuori dall’Europa non sufficientemente ospitale con i suoi giovani cittadini…
Ma tanti ragazzi sono rimasti a Statte, alcuni vi sono rientrati per scelta dopo aver terminato gli studi altrove.
Bene! Dunque? Dove sono le giovani menti desiderose di mettersi in gioco per essere protagonisti del Cambiamento? Dove sono i giovani stattesi che vogliono attivamente partecipare alla vita politica del paesino in collina? E, soprattutto, perché - discutendo con voi - mi rappresentate TUTTI una visione così pessimistica del vostro presente? Perché, proprio voi che potreste e sapreste “partire in quarta” vi tenete in disparte? Perché – dialogando con voi – riesco a comprendere solo che la politica non vi interessa perché “tanto sono tutti uguali”? Perché non ritagliare uno spazio politico reale, formato da voi giovani, per provare – con le vostre idee – a creare una “disuguaglianza”? Perché non reagire a quello che molti tra voi (ma anche tra noi) classificano come “schifo”? Perché vi tirate indietro di fronte alla proposta di formare un gruppo di “cittadini pensanti” che possa, in modo differente, creare un consenso politico?
Ragazzi, per favore, spiegatemi perché!

                                                                                                                                      

martedì 14 luglio 2015

La bufera sulla scuola italiana: quello che ha detto Attilio Oliva e quello che la BS non risolve.

Sottotitolo: per un punto Martin perse la cappa.
Introduzione.
“Cominciamo con il rilevare un dato: l’unico obiettivo esplicito della protesta è stato il ritiro dell’intero progetto. Si riteneva necessaria solo l’assunzione di centomila insegnanti, che comunque venivano giudicati troppo pochi.”
In realtà, il 26.11.2014, la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE aveva stabilito che l’Italia dovesse stabilizzare i precari della scuola, non ritenendo più possibile prorogare ulteriormente i contratti riguardanti coloro i quali avevano già svolto 36 mesi di servizio. Pertanto, secondo il sig. Oliva, con l’approvazione della BS il Governo italiano ha ottemperato la sentenza del 26 novembre 2014? No, perché pur avendo incautamente promesso, vagheggiando, 160 mila assunzioni a partire dal 1° settembre 2015, riuscirà – forse – a realizzare poco più di 50 mila stabilizzazioni. Regolare turn-over. Questione di punti discordanti tra Unione europea e Italia.
1.    Rapporto numerico insegnanti/studenti.
 “Già prima delle centomila assunzioni, la nostra scuola è quella che in Europa ha più insegnanti in relazione al numero degli studenti. Il rapporto è di circa 1:11 contro 1:15. L’età media dei nostri insegnanti è di oltre 55 anni, mentre nel resto di Europa si aggira su poco più di 40. Da noi si entra in ruolo a quasi 42 anni (dopo un estenuante e umiliante precariato) contro i 25-27 degli altri paesi”
Quando si comparano le percentuali, le variabili analizzate devono essere identiche, pertanto non è corretto analizzare il rapporto 1:11 per l’Italia, comparandolo al rapporto 1:15 per l’Europa, ben sapendo che il totale dei docenti italiani comprende anche gli insegnanti di sostegno e di religione – a differenza di altri Paesi europei. Il punto di discussione, dunque, deve essere il rapporto dei docenti per classe e questo dato rientra perfettamente nella media europea (1:21). E ancora, se l’Italia ha la più vetusta classe docente d’Europa non sarà forse il risultato di un immobilismo concorsuale che appartiene ad un retaggio politico che non si avvale di elezioni da troppo tempo? Quindi, secondo il sig. Oliva, la BS ha potere dirimente riguardo alle due questioni? No per la prima, perché la BS consente al DS di diminuire il numero di alunni per classe senza arrecare maggiori costi alla finanza pubblica. Quindi, di fatto, non gli consente alcun cambiamento. (c. 84 BS 9.7.15) No per la seconda, perché s’innalza l’età pensionabile e si assicura solo il normale turn-over, dunque continuerà a non esserci spazio per i giovani. Ovviamente, ne deriva che la classe docente cinquantenne discende dal ritardo con il quale riesce ad entrare in ruolo. Questione di punti di partenza difformi tra Unione europea e Italia.
2.    Sanatorie nel reclutamento.
“Ormai da decenni il reclutamento degli insegnanti avviene per lo più grazie a sanatorie” (…) “La scuola dovrebbe tutelare i diritti degli studenti”
Partiamo dall’assunto secondo il quale, nel sistema di reclutamento per gli operatori della scuola (personale ATA, docenti e dirigenti) esistono le GRADUATORIE e non le SANATORIE. Ora, secondo il sig. Oliva, la BS – nell’abolire totalmente le GRADUATORIE (c. 95 BS 9.7.15) – avrà potere risolutivo rispetto al reclutamento degli insegnanti? No, perché l’accesso alle procedure concorsuali è annunciato con maglie talmente sottili da apparire favorevole solo a pochi eletti, non certo in tenera età e già in possesso di laurea, abilitazione e servizio (c. 114 BS 9.7.15). Solo limitatamente al bando del dicembre 2015, sarà una questione di punti valorizzanti.
E ancora, “la scuola dovrebbe tutelare i diritti degli studenti”. Ebbene, secondo il sig. Oliva nella BS sono tutelati i diritti di tutti gli studenti? No, perché non ci sono cenni di sorta agli studenti BES, DSA, H, ADHD, stranieri. Non ci sono cenni alle scuole speciali per i minorati della vista e dell’udito. Nulla! E la parola “integrazione” all’interno dell’intero documento viene citata solo 5 volte nelle deleghe! Quindi, non solo la BS cancella i diritti dei docenti. Naturalmente, a cascata, cancella anche i diritti degli studenti e – di riflesso – i diritti delle famiglie. Questione di punti di debolezza.

3.    Abbandoni per noia.
“La nostra è la scuola d’Europa con più abbandoni (circa il 20%) e dove le assenze degli studenti sono oltre il doppio rispetto alla media. Sarà forse perché le attività che vi si svolgono non riescono a coinvolgerli e interessarli.”
L’abbandono scolastico in Italia non può semplicisticamente essere addebitato ad una “scuola noiosa”, come definita dal sig. Oliva. Perché la Vera Scuola è dialogo, empatia, ascolto, CLIL, socializzazione, coinvolgimento, problem solving, inclusione, recupero, formazione, potenziamento, consolidamento, partecipazione, brainstorming, incontro, musica, collaborazione, comunicazione… La Vera Scuola non è noiosa. Noiosi sono coloro che ne parlano, decidendone le sorti, senza averla MAI vissuta. Dunque, secondo il sig. Oliva la BS contribuirà efficacemente a diminuire il trend del 20% di abbandoni e del 17% di NEET? No perché, di fatto, dimentica di finalizzare significativi investimenti all’inclusione sociale. Lapalissiana la citazione della parola “inclusione” solo 6 volte e solo nelle deleghe. Questione di punti di inclusività mancanti.
4.    Percentuali studenti frequentanti.
“Il 95% degli studenti frequenta scuole statali mentre quelle paritarie chiudono l’una dopo l’altra, perché le famiglie non riescono a sostenerne i costi.”
E’ necessario considerare statistiche affidabili, prima di affermare dogmi tendenziosi. Per questa ragione si consultano le fonti: http://www.istruzione.it/allegati/2014/Avvio_Anno_Scolastico2014_2015_3.pdf dalle quali emerge che gli studenti che frequentano le scuole statali in Italia sono 7.881.632, mentre gli studenti che frequentano le scuole paritarie sono 993.544. Se ne deduce che l’87% degli studenti frequenta scuole statali. Il restante 13% frequenta le paritarie che, tra l’altro, posseggono 13.625 sedi contro le 41.383 sedi delle statali. Inoltre, entrambe le tipologie di scuole sono da considerarsi “statali” perché erogano un servizio “di Stato”. Quindi, chiarita la confusione delle percentuali e assodato che i controsoffitti crollano nelle scuole statali e non in quelle paritarie, secondo il sig. Oliva la BS risolve la vexata quaestio che – a 15 15 anni di distanza dall’approvazione della Legge 62/2000 – ancora lo attanaglia? No perché la semplice parola “paritaria” è contenuta SOLO nel c. 137 e nel c. 181 (delega). Questione di punti percentuali.
5.    A qualcuno piace il “passaparola”.
“Una famiglia interessata a trovare una buona scuola non dispone ad oggi di nessuna informazione ufficiale e deve affidarsi al ‘passaparola’. E questo avviene perché la scuola statale è in realtà un luogo ‘privatissimo’ della cui qualità non si riesce a sapere quasi nulla, nemmeno che ogni anno gli insegnanti (anche quelli di sostegno) ruotano ‘a domanda’ fra una scuola e l’altra per circa il 20%. Dove è l’attenzione per l’auspicabile ‘continuità didattica’?”
La ricerca delle scuole italiane è, normalmente, affidata al portale del MIUR. Al suo interno esiste, infatti, il motore di ricerca “Scuola in chiaro”. Tutte le informazioni – riguardanti sia le scuole statali sia le scuole paritarie – sono lì contenute. Poi, chiaramente, a qualcuno piace il “passaparola”, ma certamente le iscrizioni non possono essere effettuate utilizzando questo mezzo, anche e soprattutto perché da anni le famiglie sono invitate ad effettuare l’iscrizione on line. Dunque, le scuole non sono affatto luoghi privatissimi, bensì trasparentissimi. Inoltre, con riferimento alle percentuali dei trasferimenti, anch’esse consultabili in “Scuola in chiaro”, anche solo effettuando un controllo a campione ci si rende conto del fatto che la percentuale citata dal sig. Oliva si scosta sensibilmente dalla realtà. E allora, secondo il sig. Oliva la BS con l’istituzione di un Portale unico per la Scuola (c. 136 BS 9.7.15) del costo di 1 milione di euro (c. 136) e con le designazioni degli incarichi triennali (c. 80) porterebbe una reale innovazione al Sistema scolastico italiano? No perché tutte le famiglie hanno possibilità di accesso al portale istituzionale del MIUR – già esistente – e, dunque, possibilità di accesso a tutte le informazioni riguardanti le scuole. Questione di punti di accesso.
6.    Lo studio del latino.
“I nostri curriculi hanno un carattere enciclopedico (facile all’oblio) e una forte prevalenza delle materie cosiddette umanistiche rispetto a quelle scientifiche e tecniche. Sono così rigidi da non permettere alcuna opzionalità per gli studenti. Perfino il latino, che è opzionale in tutti i paesi del mondo, in Italia (e in Grecia) è invece materia obbligatoria per circa il 40% degli studenti delle secondarie?”
Certamente! Per ogni studente che sceglie di frequentare un liceo classico lo studio del latino è obbligatorio. Il latino rappresenta l’origine della Cultura mediterranea classica. Ed i curricoli enciclopedici sono esattamente quelli stilati dallo Stato italiano, perfettamente in linea con la Nazione che, più di ogni altra, contiene le radici della storia e della cultura romana. Non si è mai reputato, evidentemente, necessario proporre lo studio dell’unno solo per far piacere al Presidente della trasparente lobby di TreeLLLe, al suo comitato operativo, ai suoi esperti, ai suoi eminent advisor, ai suoi soci fondatori ed ai suoi garanti. Ma allora, secondo il sig. Oliva la BS risolve la questione dei curricoli? Elimina il latino da qualche indirizzo di scuola secondaria di II grado? No perché la BS ripropone – confermandola – la cultura letteraria ed umanistica della scuola italiana e la contestuale valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici. (c.181 n. 8 lett. g) Ma forse, il sig. Oliva pensa che il teatro sia nato con Gilberto Govi, suo illustre concittadino… Questione di punti di vista.
7.    A proposito di didattica.
“Da noi la didattica è prevalentemente ‘trasmissiva’ e buona parte del tempo scuola è impegnato da lezioni ed interrogazioni, senza un coinvolgimento più motivante e interattivo degli studenti. E le verifiche orali hanno la netta prevalenza su quelle scritte e sui test, al contrario di quanto accade negli altri paesi.”
Negli Stati Uniti d’America ed in alcune nazioni europee hanno già compreso la mancanza di validità della didattica per test. Lo slogan è “Let us teach, not test”. Quindi, secondo il sig. Oliva la BS elimina la questione della “didattica trasmissiva”? No perché la BS non contiene alcuna indicazione riguardante i curricoli, la didattica della comunicazione o la pedagogia dell’interazione. La BS contiene, invece, (art. 16 c. 144 BS 9.7.15) la previsione di una spesa di 8 milioni di euro l’anno – dal 2016 al 2019 – per l’INVALSI, organo esterno al MIUR, creato dal MIUR che – ormai – sta gradatamente prendendone il posto. Non appariva così prioritario destinare somme così cospicue di finanziamento ad un ente di valutazione autonomo. Questione di punti prioritari.
8. Le indagini Ocse-Pisa.
“Nelle varie indagini Pisa dell’Ocse, che riguardano circa sessanta paesi, le competenze degli studenti quindicenni italiani sono sempre risultate sensibilmente al di sotto della media”
Il punto dirimente è quel “sempre”. Quando furono presentati al MIUR, i risultati dell'Indagine Ocse Pisa 2012 che misura le competenze dei quindicenni in matematica, scienze e lettura, l’OSCE spiegò che l’Italia aveva fatto registrare risultati sotto la media, ma aveva posto in evidenza – sempre l’Italia – i più notevoli progressi in matematica e scienze. http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/focus031213
E allora, secondo il sig. Oliva la BS riuscirà a colmare il gap formativo – rispetto ad indagini internazionali – esistente tra l’Italia ed il resto del mondo? No perché nella BS non esiste alcun cenno alle indagini OCSE PISA; o meglio esiste un solo cenno alle indagini internazionali curate dall’INVALSI mentre per 7 volte si richiamano le indagini diagnostiche sugli edifici scolastici. Ora, appare quasi superfluo sostenere che l’inserimento delle misure per la sicurezza e la valorizzazione delle scuole oltre che per la costruzione di scuole innovative, appare del tutto fuori luogo all’interno di una legge che qualche romantico pensatore ha inteso definire “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione”.  Questione di punti d’indagine.
9.    La valutazione esterna.
“Tutte queste anomalie e ritardi non dipendono dalla lamentata carenza di risorse finanziarie, visto che la percentuale del Pil destinata alla nostra scuola è del 3%, cioè in media europea, e il nostro ‘costo per studente’ è addirittura più alto. Il problema sta tutto nella loro cattiva allocazione: troppe risorse al personale addetto (con stipendi più bassi, ma per un numero di addetti troppo alto) e troppo poche per la qualità del servizio (edilizia, premialità agli insegnanti e presidi meritevoli, assenza di un sistema di valutazione esterno delle scuole, pochissima ricerca)”.
La spesa pubblica per l’istruzione è diminuita, in parte compensata da finanziamenti privati. Nel 2011, la spesa per studente nella scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria era inferiore del 4% rispetto al 1995. Nell’insieme, la spesa pubblica e privata per studente è aumentata in termini reali tra il 1995 e il 2008 (+8%) prima di registrare una netta diminuzione tra il 2008 e il 2011 (-12%).
http://www.istruzione.it/allegati/2014/Italy-EAG2014-Country-Note-italian.pdf Tra l’altro, il 2008 era proprio l’anno in cui il sig. Oliva, nella sua qualità di testa d’ariete della TreeLLLe, già rilasciava interviste riguardanti la necessità di eliminare i sindacati e, contestualmente, il loro potere di veto (!) auspicando maggiori investimenti nella scuola. (http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2008/10/23/SCUOLA-Attilio-Oliva-TreeLLLe-no-al-potere-di-veto-dei-sindacati-ma-il-governo-torni-a-investire-nell-istruzione/7532/) Il 2011 era, invece, l’anno in cui l’Unità pubblicava il nome del sig. Oliva, come possibile sottosegretario all’istruzione (http://www.andu-universita.it/2011/11/26/capano/) Poi, però, per qualche sconosciuto motivo, fu tenuto fuori dal MIUR, preferendo che restasse a presiedere la lobby più trasparente del mondo… Anche perché, già nel 2010, aveva proposto un’affascinante sperimentazione destinata alle scuole secondarie di I grado di Siracusa e di Pisa in prima istanza, successivamente quelle di Torino e Napoli (!) (http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/?p=4729) Una sperimentazione inerente la valutazione dei docenti migliori, la valutazione degli istituti migliori, la proposta di istituire un sistema nazionale di valutazione e di miglioramento della didattica, fingendo – la testa d’ariete – di non conoscere l’esistenza dell’Invalsi! Insomma, come una specie di fissazione per il sig. Oliva, valutare tutto e tutti a prescindere. Ma, secondo il sig. Oliva, con la BS si riuscirà ad investire seriamente sulla scuola e sull’istruzione? Si riuscirà ad allocare gli investimenti in modo corretto? Si riuscirà a rendere le scuole non autoreferenziali? No alla prima perché un Governo non eletto non è un Governo serio, pertanto non riuscirà nell’intento; no alla seconda perché gli investimenti presentati nella BS riguardano solo gli amici degli amici; no alla terza semplicemente perché le scuole non sono mai state autoreferenziali. Le scuole hanno sempre risposto ai requisiti richiesti per il loro corretto funzionamento, in quanto hanno sempre erogato un Servizio di Stato richiamato dalla Costituzione. Questione di punti valutativi.
Conclusione.

Insomma, tutta una questione di punti. Punti mancanti. Soprattutto i punti fermi, i capisaldi della Costituzione. Quelli si che mancano nella BS. Si potrebbe serenamente affermare che “per un punto, l’Oliva non arrivò a 10”. Un po’ come il celeberrimo detto Uno pro puncto caruit Martinus Asello  (“per un punto Martin perse la cappa”). Traduco perché non conosco gli studi effettuati dal sig. Oliva; non è dato conoscere quali studi secondari, universitari o post universitari abbia intrapreso, pur essendo questi  priore del monastero chiamato TreeLLLe. Espressione massima della trasparenza. Una trasparenza trasparente, oserei dire. La frase, quasi proverbiale, vuole significare che un errore riguardante un particolare apparentemente di scarsa importanza comporta, talvolta, conseguenze disastrose. Nella locuzione in italiano la "cappa" cui ci si riferisce è una sorta di mantello, simbolo della carica di priore di un monastero, perdere la quale significa rimozione dalla carica. L’espressione è usata in modo ironico come ammonimento anche in ambito matematico, dove i punti, pur così minuscoli, possono cambiare - a seconda della loro posizione - il significato di un’espressione; di conseguenza bisogna stare attenti al loro posizionamento e non distrarsi come Martino il quale, abate del Monastero di Asello, nel XVI secolo, volendo abbellire la sua abbazia, decise di apporre sul portale principale un cartello di benvenuto che recitasse: Porta patens esto. Nulli claudatur honesto, cioè "La porta resti aperta. Non sia chiusa a nessun uomo onesto" Ma l’artigiano incaricato del lavoro (o, forse, lo stesso abate) sbagliò la posizione del punto e scrisse: Porta patens esto nulli. Claudatur honesto, cioè "La porta non resti aperta per nessuno. Sia chiusa all'(uomo) onesto".
I guai che tale errore procurò a Martino non si limitarono alla figuraccia. La notizia di un messaggio così contrario alla caritas christiana, infatti, raggiunse le alte sfere ecclesiastiche, le quali decretarono l'immediata sollevazione dell'abate, privandolo della cappa (cioè del mantello) che di tale dignità era simbolo.
Orbene, torniamo al nostro. Nato a Genova nel 1939. Questo si sa di lui. Null’altro. Poi si sa che:
-       La cappa ce l’ha (è Presidente di TreeLLLe);
-       Di punti ne ha 9 (tutti elencati nell’articolata intervista stile “settimana enigmistica”);
-       L’anzianità di servizio ce l’ha (76 anni sono un bagaglio di esperienza notevole).
Pertanto potrà pur disquisire sulla Scuola italiana. Potrà pur presentare riforme del Sistema di istruzione italiano. Potrà pur annullare la Costituzione italiana. Potrà pur decidere, di partecipare all’audizione presso il Parlamento italiano. Il presidente di un’associazione fondata nel 2011 potrà persino caldeggiare la chiamata diretta dei Dirigenti scolastici; potrà anche sostenere la cancellazione delle graduatorie per titoli ed esami; potrà anche porsi come "ponte" per colmare il distacco che sussiste nel nostro paese tra ricerca, opinione pubblica e pubblici decisori.
Ma la parola è “punto” non “ponte”.
La BS ha portato un punto fermo nella Vera Scuola: "La porta non resti aperta per nessuno. Sia chiusa all'(uomo) onesto". Sia chiusa a tutti gli insegnanti che, con dedizione e spirito di sacrificio, hanno già lavorato - da precari o da non precari - nella Vera Scuola. Il merito sarà di altri. Dei non onesti. Degli asserviti. Dei compiacenti. Dei traditori di se stessi.
E, nell’apposizione del punto fermo, il sig. Oliva – come il Martin, abate di Asello – ha avuto un ruolo fondamentale nell’ambito di una lobby trasparente quanto il suo curriculum vitae et studiorum.

Meriterebbe l’Oscar (non Giannino). Ma anche pure!

sabato 11 luglio 2015

Disonorevoli cacofonie. La BS spiegata dalla Simo.

La signora Malpezzi, il 9 luglio 2015, ha regalato al popolo italiano il suo poco signorile intervento riguardante la difesa a spada tratta o, come diceva un mio amico “a spada cracca” della BS.
Otto minuti e mezzo di intervento senza senso, senza verità e senza logica. Otto minuti e mezzo di esposizione urlata, come se il tono alto della voce potesse avvalorare le scempiaggini sciorinate. Otto minuti e mezzo interrotti da otto applausi a scena aperta.
Parliamone. Io non desidero rivederlo, l’ho già visto e m’è bastato!
Ancora non ha cominciato ad esporre le sue convinzioni, ma già si ode l’applauso di incoraggiamento. E’ solo il primo. Parte, la signora poco signorile, con una “digressione determinata dalla sua deformazione professionale” e parla di una trilogia Trilogia della città di k scritta da Agota Kristof: la definisce “il romanzo della BS”; parla di “realtà che si mescola alla menzogna”. Mi permetto di dissentire. Profondamente e sostanzialmente. Semplicemente penso che non abbia affatto letto l’oggetto della sua digressione, così come – probabilmente a causa della stessa deformazione professionale – non ha letto la BS.
Infatti, l’onorevole poco onorevole, ne definisce  l’impianto “testo chiaro, preciso, definito”. Mi permetto di dissentire. Profondamente e sostanzialmente. Semplicemente penso che il testo della BS sia fumoso, impreciso ed indefinito. Ma se queste parole non fossero sufficientemente chiare, potrei utilizzare lo stesso prefisso utilizzato al Senato per annullare la convocazione di una seduta: “sconvocata”. Anche questa, per me è stata una scoperta: il Senato della Repubblica usa termini che, nel vocabolario della lingua italiana, non sono contenuti… Quindi il testo della BS, in base a questo principio, diverrebbe schiaro, spreciso e sdefinito. Magari Senatori e Onorevoli comprendono meglio. Che ne possiamo sapere noi, poveri insegnanti? In ogni caso, il testo della BS non presenta elementi di chiarezza espositiva perché dimentica totalmente la pedagogia; è totalmente mancante di precisione in ordine alle procedure da seguire per le varie fasi assunzionali; è palesemente fumoso nelle parti in cui dovrebbe definire criteri e modalità di certificazione e di valutazione, di formazione e di specializzazione.
La piddina Simona, a questo punto, urla una grande verità: “abbiamo assistito, anche oggi, ad una mistificazione”. Concordo. L’oggetto della mistificazione è esattamente tutta inserita nel suo opaco intervento alla Camera!
E qui inizia la sua litania di MENZOGNE.
“Menzogna è la valutazione dei docenti” E come mai, signora cara, il comma 126 prevede un certo stanziamento di denaro finalizzato alla valutazione del merito dei docenti?
“Menzogna è quella di una scuola governativa” E come mai, signora cara, il Governo ha inserito NOVE deleghe in bianco al Governo, senza prevedere alcuna concertazione sindacale e, addirittura, eliminando anche il parere del CNPI? Cosa sarebbe questa se non scuola governativa?
“Menzogna è quella degli albi territoriali” E come mai, signora cara, gli ambiti territoriali sono nominati 27 volte nella porcata che lei ha con cotanta passione avallato? Certo che gli albi non ci sono, ci sono gli ambiti. Senza punteggio per titoli, senza menzione dell’anzianità di servizio, senza graduatoria. Alla faccia nostra!
“Menzogna quella dei licenziamenti di massa” (applauso scrosciante) E come le risulterebbe congeniale definire tutti i soprannumerari di ruolo che, fatti transitare negli ambiti territoriali, non riuscissero ad ottenere un contratto triennale? Gentile signora, guardi che il contratto a tempo indeterminato, trasformato in contratto a tempo determinato (triennale) non l’ho mica scritto io nella BS! Neanche lei, gentile signora, lo ha scritto: il problema è che lei non lo ha letto, dunque non lo ha compreso, ciò nonostante lo ha colpevolmente votato. E poi, lo vada a raccontare a qualcun altro (magari in uno Stato sufficientemente lontano dall’Italia) che “questo governo sta facendo il più grande piano di assunzioni che questo Stato ricordi”. Guardi che lei deve misurare bene le parole prima di pronunciarle. Occupare uno scranno alla Camera dei Deputati non l’autorizza alla menzogna!
 “Menzogna quella del rispetto della Costituzione perché si entra per concorso se vuoi diventare docente di ruolo” (applauso scrosciante) Non c’è bisogno di urlare, signora cara, lo sappiamo bene. Sarà forse per questa ragione che ogni docente ha sostenuto un regolare corso di studio? Sarà forse per questa ragione che ogni docente ha sostenuto regolari concorsi, o corsi abilitanti, o SSIS, o TFA? Sarà forse per questa ragione che molti docenti hanno conseguito specializzazioni, master o ulteriori lauree? Guardi che tutti gli step formativi che ogni docente ha seguito sono sempre stati conformi alle norme della Costituzione italiana! Quella stessa Costituzione che noi conosciamo e che lei ha stracciato. Insieme ai suoi compagni di partito. Suoi complici. Non sarà forse fuori luogo questa BS che azzera tutto e tutti? Non vorrei apparire eccessiva, ma sommessamente le chiedo: ma lei una capacità di pensiero critico è riuscita a svilupparla? Basterebbe anche solo una capacità di pensiero. In realtà sarebbe sufficiente anche solo una capacità…
“Menzogna quella della teoria gender: il gender non c’è, la lotta alle discriminazioni si” (applauso scrosciante) Gentile signora, solo un particolare: la parola “discriminazione” è inserita una sola volta all’interno del DdL. Quindi, in quale disegno di legge ha letto informazioni riguardanti la lotta alle discriminazioni?
“Avete paura dell’autonomia e del cambiamento” (applauso scrosciante) No, gentile signora, noi non abbiamo paura dell’autonomia, perché essa esiste da quando il Titolo V della Costituzione è stato cambiato e non abbiamo paura neanche del cambiamento, perché di cambiamenti ce ne sono stati fin troppi nella scuola italiana. Nessuno inopportuno quanto la BS. E poi, guardi che “la scuola delle circolari e del grembiulino” (applauso scrosciante) è una sua invenzione pura. Una di quelle invenzioni che solo l’ozio creativo determinato dalla sua permanenza in un organo della Stato poteva partorire… La scuola DEVE essere regolata dalle circolari, o forse, pensa che il suo governo possa prendere il posto di tutto il personale che lavora al MIUR? Ma certo, forse lei li vorrebbe licenziare tutti, come gli insegnanti…
Foto di gruppo dei complici della Simo.

“La BS è la scuola dei più: più risorse, raddoppio del FIS, significa carta igienica, vi facciamo lo schemino” (applauso scrosciante) Guardi, signora, questa è apparsa come una cacofonia congetturale aggravata dal reato di vilipendio. A me pare quasi impossibile che una persona della sua levatura culturale possa esprimersi con tale superficiale volgarità: il FIS è l’insieme di risorse finanziarie che arrivano alla scuola per retribuire sia le attività aggiuntive, sia l’intensificazione delle attività e riguarda sia i docenti sia il personale ATA. Con il CCNL 2007, si decise che una specifica ripartizione del fondo dovesse determinare le quote destinate al personale docente, al personale Ata, ai diversi ordini e gradi di scuola presenti nell’istituto, alle diverse professionalità. Successivamente fu prevista la riduzione del MOF che comprendeva sia il FIS, sia gli incarichi specifici per gli Ata, per le Funzioni Strumentali per i docenti, per le ore eccedenti atte a coprire le assenze, per la pratica sportiva, per le aree a rischio. Detto questo, vorrei che lei sapesse che il FIS (parte residuale del MOF) serve per acquistare carta, toner, stampanti, carta igienica e detersivi. Quindi non c’è bisogno di alcuno schemino. Suppongo di essere stata sufficientemente precisa. Lo schemino se lo faccia da sola. E poi mi dica se le scuole saranno obbligate a spendere 4 miliardi in più SOLO per l’acquisto di carta igienica. Mi faccia sapere! Giusto per non incorrere nell’accusa di distrazione di fondi… Guardi che ci tengo particolarmente. Però, se lei proprio insiste, ce ne faremo una ragione: acquisteremo 4 miliardi di euro in più di carta igienica. Praticamente le scuole saranno trasformate in bagni pubblici. Peccato che in molte scuole manchino persino le porte ai servizi igienici, pertanto, di norma, studenti e docenti preferiscono fruire delle stanze da bagno presenti nelle loro abitazioni private. S’informi!
E dopo il cacofonico pensiero, pur igienico, lei ha inteso lanciare la sua mente e le sue urla nella direzione dei PIU’!!!
“Più continuità didattica”: peccato che sia citata solo 2 volte nell’intero documento in nostro possesso!
“Più insegnanti”: peccato essere passati da 160 mila assunzioni promesse per il 1° settembre 2015 a poco più di 50 mila stabilizzazioni. Trovi lei la differenza. E se le riesce difficile, utilizzi qualcuno di quei rotoli di carta igienica che avanzano dalle scuole per farsi due conticini!
“Più competenze per la didattica innovativa”: peccato che il concetto di didattica innovativa si reperisca solo una volta nell’intero disegno di legge!
“Più autonomia”: peccato ci fosse già dal 2001!
“Più reti”: peccato che siano già in essere numerose reti di scuole!
“Più merito”: questa parola è citata solo 5 volte, riferita ai docenti! Docenti che, con o senza i 500 euro promessi, si sono sempre autonomamente aggiornati e formati!
“Più sicurezza e istituzione della Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole”: peccato che nel 2014 si sia celebrata la XII (si legge “dodicesima”, signora) Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole curata da Cittadinanzattiva!
Guardi signora, che proprio signora-signora non è apparsa, lei ha dimostrato tutta la sua ingenuità al termine del suo tedioso e rumoroso discorso. “La legge trova il suo corpo e la sua anima tra i dirigenti e i docenti che la applicheranno. Dirigenti e docenti nei quali noi abbiamo piena fiducia” Lasciando da parte la dimenticanza… trova il suo corpo, la sua anima e … anche tanta carta igienica; la questione è esattamente opposta a come lei ha inteso presentarla: siamo noi docenti che non abbiamo fiducia in questo Governo! E che voi abbiate fiducia in dirigenti e docenti, sinceramente, riveste scarsa rilevanza. E poi, dichiarare di aver fiducia in un’intera classe di professionisti della formazione nello stesso momento in cui si è ignorata per mesi l’azione di protesta e di resistenza… ha lo stesso valore di un pezzo di quella carta a lei tanto cara…

La saluto agitandone una striscia. 

giovedì 9 luglio 2015

Condannata in attesa di … reato.

Questo vorrei sapere: qual è il reato del quale mi sono resa colpevole per meritare questa condanna? Questo dover subire una riforma della scuola iniqua e disattenta, incostituzionale ed ingiusta?
Ho già scontato 27 anni di gaia detenzione all’interno della Scuola Vera. 27 anni ai quali vanno aggiunti i 4 anni di studi universitari per i quali – negli anni 90 – avevo già prodotto istanza di riscatto ai fini pensionistici. Dunque, più di 6 lustri trascorsi a lustrare menti sagaci e brillanti, intelligenze vivaci o momentaneamente sopite, sguardi profondi e occhiate sfuggenti, cervelli capienti e cervelli carenti quanto il mio, disastri annunciati ed inspiegabili rimonte.
In questi 31 anni ho lustrato di tutto!
Con meticolosa puntualità, con sorprendente regolarità, con incessante desiderio di implementazione delle competenze dei miei studenti e mie, irrispettosamente ignorando me stessa, irragionevolmente convinta di avere un’importante missione da portare a termine.
E’ stata una gioiosa detenzione all’interno di scuole non agibili, di scuole di periferia, di scuole di elite, di scuole di provincia. All’interno di Scuole Vere.
Sono rimasta indenne dal Mattarella Ministro della Pubblica Istruzione perché, mentre questi terminava il suo mandato – il 27 luglio 1990 – entravo nei ruoli della Vera Scuola. Sono rimasta indenne dai Ministri Berlinguer, De Mauro che, con la riforma il Titolo V della Costituzione, introducevano il concetto dell’autonomia. Sono rimasta indenne dai 100 Saggi, che in realtà erano 40, che gratuitamente (!) farneticavano animatamente, falsamente ed inutilmente sulla Scuola Vera. http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=30
Sono rimasta indenne dal Ministro Moratti che, pure, introdusse le Sezioni Primavera. Sono rimasta indenne dal Fioroni che tanto desiderava demorattizzare la Scuola Vera e che, in realtà, bivaccò al MIUR come il suo successore Mussi, che neanche ebbe il coraggio di annunciare di voler defioronizzare la scuola. Sono sopravvissuta al Sottosegretario Valentina Aprea che, pur con idee discutibili ed opinabili proposte, non rende possibile alcun confronto con il Faraone odierno che di propositivo suscita solo richieste di dimissioni immediate. Sono rimasta indenne dai Ministri Gelmini con la sua scellerata riforma taglia-posti, Profumo con le sue NIN del 2012 e Carrozza con il suo nulla-pensiero.
Da tutto son rimasta indenne. Lustrando lustrando, lustro dopo lustro, ho conquistato ragazze e ragazzi dai quali ero stata a mia volta conquistata molto prima che io riuscissi a catturare il loro interesse e a scoprire tutte le loro incommensurabili doti.
Ogni giorno la storia di una nuova conquista. Ogni singolo giorno diverso dal passato e dal futuro. Unica ogni giornata nella Vera Scuola.
Ma dinanzi allo scempio legislativo di questo DdL 2994 B, nessuno resterà indenne.
Neanche TU che leggi per legittima difesa.
Neanche LUI che, basandosi sui consigli della lobby, ha assoldato qualche yuppie affinché scrivesse la BS.
Neanche LEI che, come quaglia saltante, passava da Scelta Civica al PD per poter essere più accondiscendente con LUI, con Napo Orso Capo.
Neanche NOI, che abbiamo amato la Vera Scuola.
Neanche VOI, che nella Scuola Vera avete speso tutte le vostre energie da precari.
Neanche LORO che alla Camera, al Senato e – oggi – nuovamente alla Camera voteranno la fiducia pur di approvare un provvedimento che:
-      Cancella, ignorandole, parti sostanziali della Costituzione;
-      Annulla l’esistenza dei sindacati;
-      Annienta il CSPI;
-      Licenzia definitivamente le graduatorie, creando gli Albi;
-      Distrugge la libertà d’insegnamento;
-      Ignora il CCNL;
-      Precarizza i TI (Tempi Indeterminati) trasformandoli in LST (Lavoratori Stagionali Triennali);
-      Finge di stabilizzare numeri sempre più esigui di precari;
-      Ignora i portatori sani di TFA;
-     Acquisisce 9 deleghe in bianco, in base alle quali la Scuola cambierà volto e bandiera a seconda delle quaglie saltanti.
E neanche io resterò indenne da questa condanna per la quale non sono stata debitamente informata riguardo al reato da me compiuto. Cosa avrò mai fatto per meritare tale indegno provvedimento legislativo?
Neanche io resterò indenne.
Perché ho vissuto per 50 anni in una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Pertanto non riuscirò ad adeguarmi ad un Regime dittatoriale fondato sulla disistima del popolo.
Conosco i miei limiti: non ce la farò ad adeguarmi al NULLA che avanza.
I miei amici, quelli che mi conoscono, risponderanno così: 

martedì 7 luglio 2015

Impacchi di colla e calamitosi impicci.

Oggi la Camera dei Deputati avrebbe dovuto discutere il DdL 2994 B così come pervenuto dal Senato. Avrebbe dovuto, però, prima di compiere ogni altra azione, leggerlo. Non lo farà. I nostri deputati non sanno e non vogliono leggere perché la non approvazione di questa porcata sfilerebbe loro la poltrona da sotto le chiappe. Chiappe che questi signori conoscono bene solo con riferimento agli altri, visto che usano tenere ben salde le loro stesse chiappe alle poltrone parlamentari! Gli altri: i cittadini, gli elettori, gli insegnanti, i giovani, i pensionati, gli studenti devono essere ben bene presi per le chiappe…
Nuove tasse mascherate da riforme; precarizzazione di tutto il personale della scuola mascherata da stabilizzazione; micro-restituzione del maltolto ai pensionati mascherata d macro-elargizione; cancellazione del CCNL mascherata da massimo coinvolgimento delle OO.SS.; imposizione della Riforma della Scuola mascherata da mega-consultazione mai vista prima nella storia dell’Italia…
Tutte prese per il culo!
Nobilitare tale termine in “chiappe” significherebbe anche sminuire la portata distruttiva di queste azioni maldestre che Giannini, Madia, Boschi, Padoan – con a capo Napo Orso Capo, colui che li ha creati – stanno compiendo ai danni degli italiani tutti. Nessuno è escluso dal fuoco di fila di nefasti provvedimenti messi in atto da un Premier che rappresenta solo se stesso oltre a 18 o 19 fedelissimi della Leopolda. Fedelissimi che, peraltro, avevano eletto un segretario di un partito e non il Presidente del Consiglio… Ha provveduto da solo a defenestrare il precedente!
E le azioni maldestre e nefaste sono di grave nocumento per ciascun italiano. Perché questi signori che, per tradizione, si chiamano “onorevoli” sono armati di forbici e tagliano tutto ciò che non riguarda le loro chiappe! Tagliano le pensioni, tagliano gli stipendi, tagliano a pezzi la dignità! Effettuare prelievi forzosi sulle pensioni significa tagliarle. Non rinnovare i CCNL significa tagliare gli stipendi. Ignorare gli esodati, troppo giovani per la quiescenza e troppo anziani per il reinserimento lavorativo, significa dare una sforbiciata alla dignità.
Sono pericolosi questi signori perché la loro è una guerriglia a mano armata. Il Re-Renzi-non-eletto li ha avocati a sé e li ha dotati di armi: forbici per tagliare e colla attaccatutto perché si inchiodassero saldamente alle loro poltrone.

E costoro, omuncoli e donnicciole, esseri privi sia di peso politico sia di peso specifico, pur di non perdere la poltrona, lo assecondano in tutto il peggio che si sta propinando all’Italia.
Con la colpevole complicità di Mattarella, un Presidente della Repubblica a chiamata diretta opportunamente dotato di un’arma in più: una calamita che lo ha bloccato alla poltrona presidenziale attirando a sé anche le trascorse passate opinioni del Presidente. La calamita della quale è dotato attira a sé ogni possibile pensiero negativo del Presidente e, unitamente a questi, cattura – inevitabilmente – quasi aspirandoli con forza, anche i pensieri positivi ed illuminati. Questi ultimi risalenti, per la verità, a qualche tempo fa! Certo che avere una calamita sotto le chiappe dev’essere un impiccio di non poco conto da gestire…
Dunque, ecco spiegati i lunghi silenzi del Presidente, miracolosamente chiamato da chi, altrettanto miracolosamente, era stato a sua volta nominato dal predecessore del silente uomo. E così, la calamita del Presidente ha generato un presidente-calamità che si è rivelato oltremodo dannoso, anche con i suoi silenzi che hanno oltraggiato il mondo della scuola.
E compiere un’azione di oltraggio, utilizzando il silenzio, equivale ad ignorare tutte le azione di resistenza poste in essere dalla Vera Scuola, dalla Scuola della Costituzione. Compiere un’opera di oltraggio, adoperando il silenzio, costituisce un’aggravante per chiunque ricopra il ruolo di rappresentante dell’unità nazionale essendo, al contempo, garante della Costituzione. Inoltre, il Presidente della Repubblica può non promulgare una legge, rimandandola alle Camere, nel caso in cui ravvisi profili di incostituzionalità oppure per inosservanza dell’obbligo di copertura della spesa e, se le Camere dovessero riapprovare la legge rinviata, il Presidente è obbligato alla promulgazione, a meno che quest’atto non costituisca alto tradimento o attentato alla Costituzione o la legge difetti di un requisito essenziale.

Bene, fermo restando che il DdL 2994 B era, è e resterà incostituzionale; fermo restando che il DdL 2994 B è opera di alto tradimento perpetrato nei confronti del Popolo della Vera Scuola; fermo restando che il DdL 2994 B attenta alla Costituzione, non rispettandola; fermo restando che il DdL 2994 B difetta di logica giuridica, ci si aspetta una presa di posizione netta e chiara. Questo in un paese normale. In questa nazione, una nazione in cui  non si vota più, una nazione in cui chi - ieri - partecipava alla Ruota della Fortuna è - oggi - presidente del consiglio, una nazione in cui è consentito cancellare una Scuola Vera dalla quale scaturiscono giovani menti che fuggono all’estero – dicevo – in questa nazione non ci si aspetta più nulla. In questa nazione, oggi, ho visto solo galline in fuga da un Parlamento che, alla fine dei lavori, ha lasciato parlare da sola una signora-gallina che aveva letto un’altra riforma… totalmente diversa da quella che difendeva!

Quello che ho visto mi è stato sufficiente per comprendere delle cose, ma alcune altre mi risultano ancora poco chiare: i Ministri hanno un impacco di colla sotto le chiappe. Ok! E il presidente (sia il nominato sia il chiamato) quale impacco ha nella testa?

giovedì 2 luglio 2015

Periodi ipotetici del II tipo.

E se il Governo non adottasse, entro 18 mesi dall’entrata in vigore del DdL 1934, i decreti legislativi che prevedono nove deleghe in materia di istruzione? Cosa accadrebbe? Si continuerebbe ad utilizzare la legislazione vigente? Gradiremmo sapere…
E se il Governo non riuscisse a provvedere al riordino delle disposizioni normative in materia di istruzione e formazione (delega n. 1 contraddistinta dalla lettera a), la Vera Scuola sarebbe lasciata nel più completo caos organizzativo e gestionale nel quale Renzi, Faraone & Co. pensano che si trovi attualmente? Sapete cosa vogliono fare queste genialità incomprese? Vogliono riordinare tutte le leggi, le vogliono codificare per materie omogenee e, infine, ci vogliono dire quelle norme che decideranno di abrogare!
E se il Governo si impantanasse un attimino nella procedura di semplificazione di accesso nei ruoli di docente della scuola secondaria (delega n. 2 contraddistinta dalla lettera b), la Vera Scuola non aprirebbe i battenti a settembre, nell’attesa che si provveda alla valorizzazione sociale e culturale della professione docente? Vogliono semplificare tutto queste genialità incomprese e, a furia di semplificare, si son dimenticati che nella Vera Scuola esistono anche la Scuola dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di I e di II grado… E poi stanno pensando anche alla formazione iniziale: una formazione che si sa quando comincia, ma non si sa quando finisce; una formazione senza tempo e senza prezzo; una formazione che ricorda la Never ending Story di Michael Ende!
E se il Governo, perso nei meandri dei molteplici quanto insulsi talk-show, non riuscisse a promuovere l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (delega n. 3 contraddistinta dalla lettera c), la Vera Scuola continuerebbe a garantire ogni forma di inclusione per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali, con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, con patologie invalidanti gravi? Ovvio! La Scuola Vera non ha mai lasciato indietro nessuno. La Vera Scuola non tradisce. E’ stata solo accoltellata alle spalle, ma continua ad urlare il suo I care! E poi, le genialità incomprese, vogliono provvedere all’individuazione dei LEP…
E se il Governo, tra una merkelata ed una twitterata, non fosse in grado di rivedere i percorsi dell’istruzione professionale (delega n. 4 contraddistinta dalla lettera d), gli Enti a ciò preposti resterebbero ingessati in un immobilismo totale? Ma le genialità incomprese vogliono anche potenziare le attività didattiche laboratoriali: mica “micio micio bau bau”…
E se il Governo non riuscisse ad istituire un sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni (delega n. 5 contraddistinta dalla lettera e) cosa dovrebbero fare le famiglie nell’attesa? Ma pensano davvero, queste genialità incomprese, che fino ad ora la Scuola dell’Infanzia sia stata il fanalino di coda della Vera Scuola? Questi pensano davvero di aver fatto una cosa fatta bene: non hanno compreso che la Scuola dell’Infanzia è il primo step – fuori dalla famiglia – di tutte le bambine ed i bambini; non hanno compreso che i poli dell’infanzia sono già aggregati agli istituti comprensivi…
E se il Governo non riuscisse a garantire l’effettività del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale (delega n. 6 contraddistinta dalla lettera f), come farebbero gli studenti senza il borsellino elettronico? Come potrebbero continuare a vivere serenamente e gioiosamente come solo i giovani sanno fare?
E se il Governo non fosse in grado di occuparsi della promozione e della diffusione della cultura umanistica, della valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici e del sostegno alla creatività connessa alla sfera estetica (delega n. 7 contraddistinta dalla lettera g), cosa accadrebbe nella Vera Scuola? Forse alle menti sagaci sfugge l’esistenza in vita di Vere Scuole che, da decenni, attuano percorsi musicali, coreutici, teatrali, artistici di vario genere.
E se il Governo, occupatissimo nel tentativo maldestro di far dignitosamente rientrare in Italia i due marò dall’India, non riuscisse a realizzare un effettivo e sinergico coordinamento con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (delega n. 8 contraddistinta dalla lettera h), cosa accadrebbe alle decine di migliaia di docenti, lettori ed amministrativi inseriti nelle graduatorie per l’insegnamento all’estero? Già Mr Monti, con la disastrosa spending review, ha provveduto a bloccare tutte le partenze. Sarà necessario informare le genialità eccelse che sarà difficoltoso bloccare più di così…
E se il Governo non fosse in grado di restaurare – con opportuno maquillage – gli Esami di Stato del I e del II ciclo di istruzione (delega n. 9 contraddistinta dalla lettera i) potremmo considerarli temporaneamente abrogati? Oppure le menti eccelse stanno decidendo di riservare qualche inutile spunto di riflessione al mondo della Vera Scuola? 
Ecco fatto. Quanti periodi ipotetici!
In realtà, più che semplici periodi ipotetici si tratta di reali ipoteche che il Governo ha posto sulla Vera Scuola, quella che funziona, quella della Costituzione, quella dell’I care. Ipoteche che, si badi bene, saranno trasmesse alle Camere per l’espressione del parere (comma 182) da parte delle Commissioni parlamentari. Commissioni che avranno 60 giorni per esprimersi. Poi, le ipoteche saranno comunque trasformate in norme cogenti. Ma complimenti vivissimi! Ma si poteva chiedere di meglio? Ma certo che no!

Periodi ipotetici che prevedono una difficile realizzazione perché, continuando a leggere, si sbatte il naso sul comma 185 che contiene la frase prediletta dagli apprendisti dittatori: “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Frase ripetuta 38 volte nel DdL. Un po’ come dire: “abbiamo volutamente lanciato una bomba atomica sulla Vera Scuola, adesso la ricostruiremo dalle fondamenta, ma senza investire un euro in più rispetto al passato”. Altro che periodo ipotetico del II tipo. Qui si tratta di qualcosa di irrealizzabile. Semplicemente perché incostituzionale.
E se il Presidente della Repubblica, nominato da un non votato, ricordasse di aver firmato egli stesso un decreto di incostituzionalità riguardante la chiamata diretta dei docenti? Cosa accadrebbe se la massima carica istituzionale italiana avesse un sussulto di orgoglio ed un fremito di passione per le ceneri della Vera Scuola?
Domanda retorica; forse è meglio dedicarsi agli scioglilingua.
E se l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse, vi disarcivescoviscostantinopolizzereste anche voi? 

martedì 30 giugno 2015

Irresponsabili scambi.

Il governicchio si è reso protagonista inconsapevole di irresponsabili scambi, aventi come bersaglio gli insegnanti e tutti coloro i quali orbitano – con diversi ruoli e funzioni – nel mondo della scuola. Un universo divenuto cratere. Neanche le ceneri ha lasciato l’inconsapevole governicchio. Inconsapevole perché i suoi illuminati esponenti, nominati per chiamata diretta dal Re-Renzi, poco o nulla hanno compreso del danno prodotto.
Scambi che hanno reso la Vera Scuola apparentemente vulnerabile, esposta al gratuito e disinformato dileggio di inesperti ed ignoranti. Perché la Vera Scuola ha dovuto tollerare la disinformazione da parte dei media asserviti al governicchio che, a sua volta, si è piegato a 90° ai voleri di una tedesca detta Angela.
E così si è verificata una lunga serie di scambi.
Gli insegnanti sono stati scambiati per squadristi; i precari sono stati scambiati per materia di ricatto dall’elevato valore socio-politico; gli studenti sono stati scambiati per lavoratori a cottimo senza diritto al salario; le famiglie sono state scambiate per entità valutatrici dell’operato di quegli stessi docenti squadristi, conservatori e reazionari di cui sopra; i dirigenti scolastici sono stati scambiati per direttori-sceriffi.

Irresponsabili scambi. Nulla di più. Poi è arrivato il maxiemendamento AS 1934.
E allora gli insegnanti tutti, quelli passivi, quelli disinteressati, quelli opachi, quelli squadristi (tutte definizioni appartenenti ad una irresponsabile, pertanto ininfluenti ed irricevibili sia nel merito, sia nella sostanza) avranno pensato che qualcosa potesse essere stato migliorato. Il popolo degli insegnanti pugliesi che annovera, tra i propri avi, il popolo della Magna Grecia e non gli Unni – barbari provenienti dal nord dell’Europa – avrà pensato: “sarà ca hann cangiàt ‘u piccìnn indr’a la nàca”. E chi abbia un po’ di dimestichezza con il greco, certamente riconoscerà nell’origine etimologica della parola dialettale “naca” il termine “culla” (nachè in greco).
E invece, a dispetto del galileiano “eppur si muove”, nulla è cambiato!  Il maxiemendamento contiene qualche errore di troppo; dimostra di non conoscere l’alfabeto italiano completo (art. 7, dopo la lettera i. dimentica j., k. e, incautamente, preservando la miglior tradizione dell’alfabeto fascista, passa alla l.);  richiama articoli che fanno riferimento ad altre norme totalmente sostituite (art. 14 c. 2 richiama l’art. 8 di un DPR sostituito); dimentica un “cui” (art. 17); inserisce un “cu” (art. 31); ripete ad immensum la frase “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” (art. 82); regala l’ennesima sforbiciata al numero delle assunzioni che dalle iniziali 160 mila era passata a 100.000 per poi divenire 55.258 nel maxiemendamento (art. 94); innesca una confusione estrema tra “mobilità territoriale e professionale” (art. 104); nomina l’Innominato (nel DdL 2994) chiamandolo INVALSI (nel DdL 1934); dall’art. 151 all’art. 176 disquisisce di edilizia scolastica e sicurezza uscendo totalmente fuori tema, considerato che la Riforma dovrebbe trattare del “sistema nazionale di istruzione e formazione”; continua a sorvolare sull’Università; continua a relegare la Scuola dell’Infanzia ad una Legge-Delega.
Il governicchio, nel tentativo di riformare tutto a qualunque prezzo non ha esitato a ricattare l’italica gente; non ha esitato ad abrogare la Vera Scuola scambiandola con quella che ha colpevolmente denominato la Buona Scuola NON senza dimenticare di istituire un Fondo (art. 131) per i risarcimenti ai ricorsi che già si preannunciano numerosi. Non una parola sulle classi sovraffollate; non un cenno sulla didattica inclusiva; non un segnale sulle competenze; non un accenno all’adeguamento delle istanze formative; non una parola sui criteri docimologici; nessuna chiarezza sui criteri di assunzione.
Il governicchio ha scambiato il CNPI per un ingombrante complemento d’arredo; ha scambiato le organizzazioni sindacali per ospiti inopportuni ed indesiderati; ha scambiato i CCNL per pompose quanto inutili norme da intagliare su misura per adeguarle alla Buona Scuola; ha scambiato il contratto a tempo indeterminato del personale della Vera Scuola con un contratto triennale eventualmente rinnovabile; ha scambiato l’orario di lavoro di una professione usurante – quale è quella degli insegnanti – con un orario di lavoro indeterminato ed incalcolabile.
Ha scambiato la Vera Scuola, comunità educante e formativa, per una multinazionale della mobilità senza limiti e della raccomandazione senza controlli; ha scambiato la categoria degli insegnanti per una casta di privilegiati; ha scambiato le graduatorie – ultimo baluardo di legalità perché fondate su titoli e servizio reso allo Stato – per maxicontenitori di professori abilmente inseriti in albi ed altrettanto abilmente rimescolati senza alcun criterio leggibile all’interno del DdL.
Il governicchio ha scambiato quattro o cinque baldanzosi giovincelli senza arte né parte all’interno della Vera Scuola – estensori materiali della Buona Scuola – con le madri ed i padri fondatori della Scuola della Repubblica, pubblica, libera, democratica ed inclusiva.
Irresponsabili scambi. Irresponsabili coloro i quali li hanno avallati. Irresponsabili coloro i quali li hanno votati. Irresponsabili gli assenti dall’aula. Irresponsabili gli assenti per scelta. Irresponsabili coloro i quali hanno gioito al passaggio della fiducia sul maxiemendamento-truffa. Irresponsabili perché quella fiducia ha tradito la fiducia degli italiani, degli insegnanti, degli studenti e delle famiglie. Irresponsabili i senatori, irresponsabili i deputati. Scandalosi perché la fiducia sulla quale esprimono il voto è una fiducia tra irresponsabili.
Irresponsabili che, “throwing the baby out with the bathwater”, hanno rigettato l’intera idea di formazione, hanno buttato via la concezione della cultura libera, hanno cestinato il progetto di una scuola inclusiva. Irresponsabili che hanno arbitrariamente stabilito di serbare per se stessi NOVE deleghe in bianco su questioni di fondamentale importanza. Deleghe che saranno oggetto di prossima definizione. Irresponsabili, che chiudono la questione con un “le faremo sapere”…
Irresponsabili.

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)