martedì 30 giugno 2015

Irresponsabili scambi.

Il governicchio si è reso protagonista inconsapevole di irresponsabili scambi, aventi come bersaglio gli insegnanti e tutti coloro i quali orbitano – con diversi ruoli e funzioni – nel mondo della scuola. Un universo divenuto cratere. Neanche le ceneri ha lasciato l’inconsapevole governicchio. Inconsapevole perché i suoi illuminati esponenti, nominati per chiamata diretta dal Re-Renzi, poco o nulla hanno compreso del danno prodotto.
Scambi che hanno reso la Vera Scuola apparentemente vulnerabile, esposta al gratuito e disinformato dileggio di inesperti ed ignoranti. Perché la Vera Scuola ha dovuto tollerare la disinformazione da parte dei media asserviti al governicchio che, a sua volta, si è piegato a 90° ai voleri di una tedesca detta Angela.
E così si è verificata una lunga serie di scambi.
Gli insegnanti sono stati scambiati per squadristi; i precari sono stati scambiati per materia di ricatto dall’elevato valore socio-politico; gli studenti sono stati scambiati per lavoratori a cottimo senza diritto al salario; le famiglie sono state scambiate per entità valutatrici dell’operato di quegli stessi docenti squadristi, conservatori e reazionari di cui sopra; i dirigenti scolastici sono stati scambiati per direttori-sceriffi.

Irresponsabili scambi. Nulla di più. Poi è arrivato il maxiemendamento AS 1934.
E allora gli insegnanti tutti, quelli passivi, quelli disinteressati, quelli opachi, quelli squadristi (tutte definizioni appartenenti ad una irresponsabile, pertanto ininfluenti ed irricevibili sia nel merito, sia nella sostanza) avranno pensato che qualcosa potesse essere stato migliorato. Il popolo degli insegnanti pugliesi che annovera, tra i propri avi, il popolo della Magna Grecia e non gli Unni – barbari provenienti dal nord dell’Europa – avrà pensato: “sarà ca hann cangiàt ‘u piccìnn indr’a la nàca”. E chi abbia un po’ di dimestichezza con il greco, certamente riconoscerà nell’origine etimologica della parola dialettale “naca” il termine “culla” (nachè in greco).
E invece, a dispetto del galileiano “eppur si muove”, nulla è cambiato!  Il maxiemendamento contiene qualche errore di troppo; dimostra di non conoscere l’alfabeto italiano completo (art. 7, dopo la lettera i. dimentica j., k. e, incautamente, preservando la miglior tradizione dell’alfabeto fascista, passa alla l.);  richiama articoli che fanno riferimento ad altre norme totalmente sostituite (art. 14 c. 2 richiama l’art. 8 di un DPR sostituito); dimentica un “cui” (art. 17); inserisce un “cu” (art. 31); ripete ad immensum la frase “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” (art. 82); regala l’ennesima sforbiciata al numero delle assunzioni che dalle iniziali 160 mila era passata a 100.000 per poi divenire 55.258 nel maxiemendamento (art. 94); innesca una confusione estrema tra “mobilità territoriale e professionale” (art. 104); nomina l’Innominato (nel DdL 2994) chiamandolo INVALSI (nel DdL 1934); dall’art. 151 all’art. 176 disquisisce di edilizia scolastica e sicurezza uscendo totalmente fuori tema, considerato che la Riforma dovrebbe trattare del “sistema nazionale di istruzione e formazione”; continua a sorvolare sull’Università; continua a relegare la Scuola dell’Infanzia ad una Legge-Delega.
Il governicchio, nel tentativo di riformare tutto a qualunque prezzo non ha esitato a ricattare l’italica gente; non ha esitato ad abrogare la Vera Scuola scambiandola con quella che ha colpevolmente denominato la Buona Scuola NON senza dimenticare di istituire un Fondo (art. 131) per i risarcimenti ai ricorsi che già si preannunciano numerosi. Non una parola sulle classi sovraffollate; non un cenno sulla didattica inclusiva; non un segnale sulle competenze; non un accenno all’adeguamento delle istanze formative; non una parola sui criteri docimologici; nessuna chiarezza sui criteri di assunzione.
Il governicchio ha scambiato il CNPI per un ingombrante complemento d’arredo; ha scambiato le organizzazioni sindacali per ospiti inopportuni ed indesiderati; ha scambiato i CCNL per pompose quanto inutili norme da intagliare su misura per adeguarle alla Buona Scuola; ha scambiato il contratto a tempo indeterminato del personale della Vera Scuola con un contratto triennale eventualmente rinnovabile; ha scambiato l’orario di lavoro di una professione usurante – quale è quella degli insegnanti – con un orario di lavoro indeterminato ed incalcolabile.
Ha scambiato la Vera Scuola, comunità educante e formativa, per una multinazionale della mobilità senza limiti e della raccomandazione senza controlli; ha scambiato la categoria degli insegnanti per una casta di privilegiati; ha scambiato le graduatorie – ultimo baluardo di legalità perché fondate su titoli e servizio reso allo Stato – per maxicontenitori di professori abilmente inseriti in albi ed altrettanto abilmente rimescolati senza alcun criterio leggibile all’interno del DdL.
Il governicchio ha scambiato quattro o cinque baldanzosi giovincelli senza arte né parte all’interno della Vera Scuola – estensori materiali della Buona Scuola – con le madri ed i padri fondatori della Scuola della Repubblica, pubblica, libera, democratica ed inclusiva.
Irresponsabili scambi. Irresponsabili coloro i quali li hanno avallati. Irresponsabili coloro i quali li hanno votati. Irresponsabili gli assenti dall’aula. Irresponsabili gli assenti per scelta. Irresponsabili coloro i quali hanno gioito al passaggio della fiducia sul maxiemendamento-truffa. Irresponsabili perché quella fiducia ha tradito la fiducia degli italiani, degli insegnanti, degli studenti e delle famiglie. Irresponsabili i senatori, irresponsabili i deputati. Scandalosi perché la fiducia sulla quale esprimono il voto è una fiducia tra irresponsabili.
Irresponsabili che, “throwing the baby out with the bathwater”, hanno rigettato l’intera idea di formazione, hanno buttato via la concezione della cultura libera, hanno cestinato il progetto di una scuola inclusiva. Irresponsabili che hanno arbitrariamente stabilito di serbare per se stessi NOVE deleghe in bianco su questioni di fondamentale importanza. Deleghe che saranno oggetto di prossima definizione. Irresponsabili, che chiudono la questione con un “le faremo sapere”…
Irresponsabili.

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

sabato 27 giugno 2015

Bisogna avere orecchio.

Il maxi-emendamento per la riforma della scuola presentato in Commissione, oggi 23 giugno 2015 alle 15:00, non è vergognoso!
E’ molto più che vergognoso: è indecoroso, indegno, improponibile, inemendabile.
E’ un’offesa reiterata all’intelligenza di ogni lavoratore che nella Vera Scuola opera con dedizione ed impegno. E’ un ignobile ricatto da restituire al mittente. 
Questo schifoso DdL deve essere RITIRATO.
Ma il Renzie conduce le sue prove tecniche di dittatura.
E già da tempo mi ha stufata questo suo modo di agire senza ascoltare la base.
La Riforma della Magistratura contro i magistrati; la Riforma del Lavoro contro i lavoratori; la Riforma della Scuola contro gli insegnanti.
D’altra parte non ci si poteva attendere altro da uno che si autoproclama Re d’Italia senza avere avuto il necessario consenso elettorale!
Consiglio al Re-Renzie di ascoltare Jannacci in “Bisogna avere orecchio”.
Ha tutta l’Italia contro. E’ duro di comprendonio il ragazzo! Non capisce.
Qualcuno lo fermi.
Ma lui non ascolta nessuno. Perché è convinto di essere il migliore di tutti.
Va avanti come un treno…
Attendo che si schianti. Poi, inevitabilmente, andrò via dall’italia…

giovedì 25 giugno 2015

Horror vacui.

Erano appena iniziati gli anni ottanta quando sentii parlare, per la prima volta, dell’horror vacui dalla mia ottima insegnante di filosofia – Sr Maria Cristina – la quale, parlando di Aristotele, spiegò la teoria da questi ideata secondo la quale “la natura rifugge il vuoto” e pertanto lo riempie costantemente. Ero una studentessa che scopriva la cultura.

Gli anni ottanta erano quasi terminati quando vidi, per la prima volta, la rappresentazione artistica dell’horror vacui. Ero con la mia ottima insegnante di lettere – Sr Maria Pina – la quale, mostrandomi gli arredi e le pareti esterne del Vittoriale, mi spiegò che tutta quella mobilia diffusa, quei tappeti sistemati uno sull’altro, quei simboli aggettanti che ricoprivano le pareti esterne della residenza dannunziana simboleggiavano l’horror vacui dal quale lo stesso D’Annunzio era pervaso. Ero un’insegnante che accompagnava i ragazzi in viaggio di istruzione.

All’inizio degli anni novanta osservai un esempio accessibile di horror vacui, imbattendomi nei disegni che caratterizzano la serie di libri per bambini “Where’s Wally?” creata dall’illustratore inglese Martin Handford. Ogni volume contiene una serie di illustrazioni molto dettagliate in cui compaiono molte persone; il lettore è invitato a trovare un personaggio chiamato Wally, distinguibile grazie alla sua maglia a righe bianche e rosse, il suo cappello e i suoi occhiali. Ero una mamma che cercava modalità comunicative con il suo figliolo.



 Era il 2000 quando scoprii che gli omini di Keith Haring, che riempivano intere pareti in un dedalo  di colori, quasi a voler colmare - con gli omini e con i colori - un horror vacui che voleva allontanare da sé, non erano solo semplice arte di strada: i suoi disegni racchiudevano i principi della vita, della morte, della pace e della guerra. Ero una persona curiosa.

Ma la prima volta in cui ho sperimentato personalmente l’horror vacui è stato nel 2014, quando un gruppo di anonimi estensori ha trovato in Mr Renzi il terreno fertile per presentare un progetto di distruzione di massa della Vera Scuola, chiamandolo la Buona Scuola. Ho sperimentato di persona l’horror vacui perché mi è stata sbattuta in faccia una pseudo-riforma del sistema di istruzione che, di fatto, ha snaturato i principi costituzionali; ha cancellato definitivamente la contrattazione sindacale; ha screditato un’intera categoria di professionisti; ha inficiato una professione nobile e pervasa di cultura. Ho toccato con mano il senso profondo di questa locuzione latina che significa letteralmente terrore del vuoto, leggendo – al punto 177 del maxiemendamento - che  “Il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi, al fine di provvedere al riordino, alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione, anche in coordinamento con le disposizioni di cui alla presente legge.”

Seguono 9 deleghe in bianco al Governo: ma a quale Governo? Un Governo eletto regolarmente o un governicchio capeggiato da un caporale di giornata non eletto dal popolo sovrano? E queste deleghe, adottate dopo 18 mesi dall’entrata in vigore dello Sfacelo della Scuola, cancelleranno in un sol colpo ogni altra norma pregressa! 

Ma 18 mesi sono 540 giorni. Questo è il vero horror vacui! Dopo un Disegno di Legge anonimamente stilato, frettolosamente approvato dalla Camera, posto al voto della fiducia in Senato mediante un maxiemendamento-truffa, arrivano i 540 giorni di vuoto totale. Io credo che tutto l’impianto legislativo di questo provvedimento sia anticostituzionale e che ancor di più lo sia il vuoto amministrativo che lo seguirà.

Sono un’insegnante in lutto perché la buona scuola ha ucciso la Vera Scuola. Quella Scuola nella quale sono entrata nel 1968 e dalla quale non sono mai uscita. Quella Scuola dalla quale non avrei mai voluto fuggire. Quella Scuola nella quale sono entrata, ogni giorno, sorridendo.
Da questa scuola uscirò in lutto. Appena possibile. Perché così, a queste condizioni, non posso vivere.

Ho vissuto con una retribuzione minimale; ho vissuto con il gelo nel cuore a causa della mancanza del riscaldamento; ho vissuto con la consapevolezza di non essere capace di comprendere le difficoltà di ogni mio alunno; ho vissuto con la difficoltà di viaggiare ogni giorno per raggiungere la mia scuola per giorni, mesi ed anni; ho vissuto con il sereno convincimento di operare quotidianamente al meglio delle mie possibilità; ho vissuto con l’impossibilità di utilizzare gli strumenti informatici a causa della mancanza di connessione nella scuola; ho vissuto con la necessità di entrare in classe anche con la febbre perché ad attendermi non c’erano delle scartoffie, ma delle persone: i miei studenti; ho vissuto con la segreta speranza che ogni mio alunno potesse realizzare i propri sogni; ho vissuto seguendo, da lontano, ogni studente incontrato. Ero un’insegnante della Vera Scuola.

Ho vissuto con molte privazioni. Con molte soddisfazioni. Ho vissuto anche con molti “senza”. Ma senza la mia dignità non posso vivere. Sono stata scippata della dignità. Poco importa che lo scippo sia stato compiuto da un presidente del consiglio inconcludente; poco importa che in questo governicchio ci siano tanti personaggi discutibili; poco importa che il furto di dignità sia stato compiuto nell’indifferenza del Presidente della Repubblica.

E non importa sapere se il Senato voterà a favore del maxiemendamento: non si doveva arrivare a questo; lo scempio doveva essere fermato prima. Non importa sapere se i senatori saranno assenti o presenti: le immagini che la web-tv del Senato fornisce sono inequivocabili. Troppa gentaglia, pur eletta, non compie il proprio dovere istituzionale. Non importa sapere se si incateneranno: scelte plateali che, solitamente, non sortiscono ottimi effetti. Non importa sapere cosa faranno: è sufficiente sapere cosa ne hanno fatto della Vera Scuola. L’hanno abrogata senza ascoltare le migliaia di voci-contro. Non importa sapere se realmente, a settembre, ci saranno 100.000 precari assunti a tempo determinato o indeterminato: è importante sapere che da settembre oltre ai 100.000 insegnanti stabilizzati (?) ce ne saranno 800.000 destabilizzati (!).

Seguiranno 540 giorni di vero horror vacui, con migliaia di DS (Dirigenti Sceriffi) che – nel vuoto legislativo ereditato da questo ignobile tentativo di distruggere la Scuola italiana - prenoteranno ogni possibile rodeo per perfezionare le proprie competenze…

Senza dignità non posso vivere, quindi adesso sono un’insegnante in lutto perché la buona scuola ha ucciso la Vera Scuola.


Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

martedì 16 giugno 2015

Siamo noi il Grande Fratello: Renzi, ti stiamo osservando.

Nel 1984, o Renzi (vocativo), avevi 9 anni e non conoscevi certamente – come non lo conosci ora – il grande romanzo di George Orwell “1984” (scritto nel 1948) in cui si presentava un personaggio immaginario il Grande Fratello, che impersonava il dittatore di uno stato totalitario chiamato Oceania. Nella società che Orwell descrisse, ciascun individuo era tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità.
Quindi tu, Renzi, crederai - dopo aver letto questo breve antefatto - di impersonare il Grande Fratello, anche perché, nella propaganda del Partito, il Grande Fratello veniva presentato come una persona reale, come uno dei fondatori del Partito stesso! Lo slogan “Il Grande Fratello vi guarda” ricordava continuamente agli abitanti la sua superiorità assoluta nella piramide gerarchica. E invece no. Mi spiace, ma ti sbagli!
Perché siamo noi italiani il Grande Fratello, o Renzi. E ti stiamo osservando.
Ti abbiamo osservato, inorridendo, quando il 3 aprile 2014 dichiarasti che l’Eni era un pezzo fondamentale dei nostri servizi segreti; ti abbiamo osservato quando a maggio del 2014, decidesti di legalizzare il voto di scambio, regalando 80 euro agli aventi diritto; ti abbiamo osservato quando lanciasti la consultazione più farlocca della storia ministeriale – quella inerente la Buona Scuola. Una consultazione alla quale si poteva accedere centinaia di volte e centinaia di volte esprimere le proprie opinioni, essendo sempre “rigenerati” come nuovi accessi!
Ti abbiamo osservato, allibiti, quando il 10 novembre del 2014 nominasti un Faraone inconcludente ed inadeguato come stampella ad una ministra poco convinta e poco avvezza all’apparire; quindi abbiamo osservato il Faraone prendere d’assalto le nostre casella di posta elettronica istituzionale con la letterina di MaD che, per la verità, più che una messa a disposizione appariva come la “letterina di un mad”!
Poi, abbiamo continuato ad osservarti nel 2015, da te definito anno “felix”… per giustificare la qual cosa arbitrariamente decidevi di cambiare, interpretandola a tuo modo, nientemeno che la lingua latina, adoperando la migliore ars oratoria messa in campo dall’ultimo Azzeccagarbugli di un Governo-non-eletto!
Ti abbiamo osservato, esterrefatti, quando il 17 aprile 2015 decidesti di donare del vino al Presidente Obama e stabilisti di cambiare – anche questa volta arbitrariamente – la lingua inglese scrivendo frasi sgrammaticate e ortograficamente scorrette sul guestbook della Casa Bianca. Ora, o Renzi, se lo so persino io che il Papa è astemio e che Obama beve solo birra, perché ti ostini?
Ti abbiamo osservato il 13 maggio 2015 spiegare, con lavagnetta e gessetti colorati, qualcosa che tu non conosci a qualcuno che, di quel qualcosa è parte sostanziale ed integrante; ti abbiamo osservato mentre giocavi con l’Orfini alla playstation in attesa dei risultati delle Regionali il 31 maggio: sembravate due bambolotti un po’ birbantelli e un po’ tontoloni…
I personaggi dell’orwelliano romanzo 1984 sono costantemente inquadrati dalle telecamere, così che il Grande Fratello possa seguire in qualsiasi momento le loro azioni: ebbene, tu ci hai propinato, in questi anni le tue gesta attraverso tweet e “stati” su FB. E noi, che siamo il Grande Fratello, ti abbiamo seguito con attenzione. Troppo tempo ci hai rubato, oltre a pensioni, stipendi e dignità!
Troppo tempo ho atteso per dirti che avrei potuto e dovuto capire prima chi tu fossi.

Il tuo essere era - tutto - già mirabilmente esplicitato nel tuo primo incontro con la tua amica Angela: e quel cappotto che non eri stato neanche in grado di abbottonare era la quintessenza del tuo essere! Ed il fatto che NESSUNO ti avvertisse, avrebbe dovuto – per me – rappresentare la circostanza dirimente ed esplicativa del tuo essere persona-non-gradita!
Un’immagine che non dimenticherò mai. Perché tu, Renzi, non mi rappresenti e, con il tuo sporco gioco da dittatore della scuola italiana, stai dimostrando davvero uno spessore culturale direttamente proporzionale alla tua competenza nell’abbottonare un cappottino…
Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

giovedì 11 giugno 2015

Sillogismi.

Ogni legge iniqua va ritirata.
Il DdL 1934 è legge iniqua.
Dunque il DdL 1934 va RITIRATO.

A proposito dell’articolo scritto da Umberto Galimberti su D la Repubblica del 6 giugno 2015, “Agli insegnanti dico: la riforma non serve a voi” vorrei esprimere alcune brevi considerazioni.
Quando  si parla di Scuola non si può far filosofia. E’ un argomento che comprende troppo reale, troppo quotidiano, troppa vita per poter essere costretto negli anfratti di un pensiero filosofico che, peraltro, trovo estremamente riduttivo e pertanto imperfetto.
Mi spiace dover convintamente scrivere questo di un filosofo, che è anche psicoanalista e persino docente universitario. Ma me ne dolgo compostamente, convinta come sono del fatto che nessun dolore abbia trafitto il suo animo mentre scriveva che in Italia vi è carenza di insegnanti all’altezza del loro compito; né quando blaterava della comprovata inettitudine di taluni insegnanti; né nel momento in cui sosteneva la necessità – per i DS – di assumere insegnanti più capaci e dimettere gli incapaci!

Mi spiace dover convintamente controbattere i sillogismi del Galimberti, che pervengono a discutibili conclusioni. Secondo i suoi teoremi, infatti: Gli insegnanti non hanno bisogno della riforma;  L’inettitudine è caratteristica distintiva degli insegnanti; Gli insegnanti dovrebbero imparare ad insegnare “educando ed istruendo” mediante un percorso di apprendimento “per via erotica”.
Questa mi mancava proprio! Ma io dico, piuttosto che “per via erotica”, non sarebbe meglio che l’apprendimento avvenisse “per intervalla insaniae”? Cioè, il Galimberti sostiene che nientedimenoche Platone segnalava che l’apprendimento avvenisse per via erotica; io suggerisco timidamente, rispolverando nientedimenoche  Lucrezio, che l’apprendimento possa avvenire  “per intervalla insaniae”! Non sarebbe una cattiva idea.
Ora, non è per essere petulanti, ma Platone ricorse al mito di Eros per spiegare l’umano desiderio di conoscenza: Eros era il dio greco dell’amore e della forza ed era figlio di Poros e Penia, cioè Risorsa e Povertà. Proprio come gli insegnanti: pieni di risorse socio-didattico-culturali e colmi della povertà estrema degli scandalosi compensi da terzo mondo a loro destinati! Ma torniamo a Platone, il quale sosteneva che il filosofo è mosso da una tensione verso la verità con lo stesso desiderio d’amore che attrae due esseri umani. E’ la filosofia stessa che viene intesa come Eros. Ecco. Tutto qui. E questo è molto diverso dal sostenere che l’apprendimento avvenga per “via erotica”.
Insomma, sulla Scuola è vietato filosofeggiare, perché la Scuola è una parte seria della società civile. Purtroppo, con il DdL 1934 – adesso all’esame del Senato – la Scuola è diventato argomento di discussione per tutti. Ma proprio TUTTI.
Ha cominciato il Renzi-non-eletto a settembre 2014, ha continuato il Faraone-non-meritevole a novembre 2014, ha perorato la causa la Giannini-poco-parlante.
Adesso, nella conversazione, si è inserito anche il sommo filosofo con ragionamenti dimostrativi che dimostrano – chiedo scusa per la cacofonica ripetizione – quanto sia enorme il nulla che costui conosce della scuola e degli insegnanti. E, addirittura, dopo i sillogismi, si lancia in una serie di enunciazioni che offendono l’intera categoria di insegnanti,  che quotidianamente svolgono dignitosamente la loro professione. E sostiene i 5 cardini del suo ragionamento che lo porterà a meglio delineare la sua opinione sul DdL 1934.
1.       E’ favorevole, il filosofo, alla destinazione del 5 per mille alle scuole migliori. Dimentica, il filosofo, che se destinatarie dei finanziamenti saranno le scuole migliori, le scuole peggiori diventeranno sempre più abbandonate a se stesse… e poi dimentica di esternare – a noi piccoli insegnanti dalla comprovata inettitudine – quali siano i criteri utili a definire migliori o peggiori le scuole.
2.       E’ favorevole, il filosofo, alle scuole private “senza oneri per lo Stato”. Dimentica, il filosofo, che nel 2000 la legge 62 ha reso paritarie le scuole gestite da privati. E le leggi vanno rispettate!
3.       E’ sfavorevole, il filosofo, alla premialità per i professori meritevoli, perché premiare i meritevoli significherebbe accettare l’esistenza anche di docenti immeritevoli. Dimentica, il filosofo, di esporre i criteri di valutazione degli insegnanti. Dimenticanza che torna anche nel DdL per la verità!
4.       E’ favorevole, il filosofo, all’aumento di stipendio per i professori bravi, cioè tutti, visto che (secondo lui) gli incapaci dovrebbero essere dimessi dal dirigente scolastico! Ma chi decide se un insegnante è bravo? La mamma di uno dei suoi alunni? Il medico condotto del paesello? Il collega che – fruendo di qualche esonero – non entra in classe da un ventennio?
5.       E’ favorevole, il filosofo, alle prove Invalsi. Perché pur non essendo strumenti di misurazione delle competenze adeguati, poiché esistono vanno svolte. Le leggi vanno rispettate!
E a questo punto, il filosofo, dopo aver fatto rigirare nella tomba Platone, chiama – come testimone – il di lui maestro: Socrate. E ripropone al lettore la più celebre delle frasi a Socrate attribuite: le leggi vanno rispettate anche se non condivise.
Era qui che ti volevo! A Renzi bisognerebbe ricordarlo. Ed anche ai Senatori della Repubblica.
La Carta costituzionale, prima delle leggi che regolamentano il nostro Paese, va rispettata, non va stracciata, ignorata, vilipesa. La Costituzione italiana non va squartata come si sta facendo con l’esame del DdL 1934 perché il DdL 1934 è apertamente incostituzionale e anticostituzionale nel senso che non solo non risponde ai principi costituzionali, ma è anche contrario agli stessi!
Dunque non se ne dovrebbe affatto discutere. Il DdL 1934 va RITIRATO. Non esistono altre alternative. E non per una questione di principio, non perché lo si sia letto da un’angolazione sbagliata, non per partito preso, ma perché la Vera Scuola e i Veri Insegnanti sanno esattamente ciò di cui parlano e scrivono perché lo vivono quotidianamente.  Perché la Vera Scuola ed i Veri Insegnanti non hanno MAI cambiato opinione rispetto a questo scandalo del millennio. Non è un’opinione, è un convincimento che ha unito il 90% degli insegnanti il 5 maggio, in occasione di uno sciopero generale epocale.
Ed un estimatore di Platone non può ignorare che l’unica forma di sapere che il filosofo non può mai accettare è la doxa, il mondo dell’opinione mutevole e transitoria.
Può star sereno il Renzi, che si sente tanto filosofo della scuola; può star sereno il Galimberti, che filosofeggia sulla scuola; può star sereno chiunque pensi che l’attuale protesta degli insegnanti sia “opinione mutevole e transitoria”. Non è opinione e non è né cangiante, né passeggera. E’ un NO secco e categorico ad una Riforma che depriva il mondo della Scuola della propria dignità!
Pertanto, così filosofeggiando , è utile suggerire un sillogismo fresco fresco:
Lo squartatore è Jack the Ripper.
Renzi è lo squartatore della Costituzione.
Dunque Renzi è Jack the Ripper.
Commossa, ringrazio il filosofo - esperto di filosofia e di plagio - per aver così sagacemente espresso le sue opinioni nei confronti degli insegnanti.

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

lunedì 8 giugno 2015

Dedicato a tutti i Pellecchia del mondo per il RITIRO del DdL 1934.

L’USR dell’Abruzzo, con a capo il dott. Ernesto Pellecchia si sta portando avanti il lavoro: la Riforma della scuola non è ancora stata approvata dal Senato; il mondo della Vera Scuola, dei Gessetti Rotti, del web specializzato, degli insegnanti tutti è in completa rivolta contro questo provvedimento iniquo ed apertamente anticostituzionale ed il dott. Ernesto Pellecchia, il 4 giugno 2015, dirama la circolare Prot n. 0004145. Nulla è ancora certo eppure lo zelante Direttore dell’USR già chiede ai DS di organizzarsi ai sensi dell’art. 2 del DdL 1934. Nel quale, per la verità, la scadenza indicata per le operazioni di predisposizione del piano triennale dell’Offerta formativa è ottobre. Inoltre, la Circolare Prot n. 0004145 chiede ai Dirigenti-sceriffi di espletare un superlavoro in questi caldissimi giorni, senza che vi sia alcun compenso accessorio, infatti il c. 16 prevede che il DS debba individuare i docenti da destinare all’organico dell’autonomia con le modalità di cui all’art. 9, ma l’art. 9 prevede che, in ragione delle competenze attribuite ai dirigenti scolastici, il Fondo unico nazionale per la retribuzione della posizione, fissa e variabile, e della retribuzione di risultato dei medesimi dirigenti è incrementato a decorrere dall'anno scolastico 2015/2016. Quindi, per il momento si lavora gratis. Sempre nelle more della conclusione dell'iter parlamentare di approvazione di detto disegno di legge! Si legge, nella nota dell’USR Abruzzo, una certa fretta operativa, identica a quella che sta caratterizzando l’approvazione del DdL: i dati, infatti, dovranno essere trasmessi entro il 20 giugno. “Si invitano, pertanto, le SS.VV, previa attenta valutazione delle specifiche esigenze educative ed  organizzative della scuola, a trasmettere esclusivamente ai rispettivi ambiti territoriali, tramite posta elettronica ordinaria, previa acquisizione della deliberazione degli Organi collegiali, entro e non oltre il 20 giugno, la relativa proposta di organico potenziato, utilizzando l'allegata scheda.” Consultando, appunto, la citata scheda in allegato si legge: “Aggiungere righe se necessario”
Ho letto. E mi è tornata in mente la circolare n. 872 del 16 agosto 1938 della prefettura di Pesaro e Urbino ai podestà e commissari prefettizi. Circolare con la quale iniziavano le operazioni di censimento degli ebrei. In realtà, con circolare riservatissima del ministero dell’Interno, datata 6 agosto 1938, veniva aperto anche nella prefettura di Pesaro un fascicolo relativo ad accertamenti sulle proprietà ebraiche mobili e immobili. Questa mi ha ricordato la richiesta pervenuta a tutte le istituzioni scolastiche di raccogliere TUTTI i CV dei docenti in servizio! Tornando al tristemente noto “censimento degli ebrei” del 1938, è opportuno sottolineare che la circolare di agosto aveva nel suo incipit le seguenti parole: “In attesa che vada in vigore il RDL 17 novembre 1938 n. 1728 recante provvedimenti per la difesa della razza italiana, pregoVi, d’ordine del DUCE, intervenire per impedire che nel frattempo siano celebrati matrimoni fra persone di razza italiana e persone appartenenti ad altre razze. Attendo assicurazione.” Il prefetto invitava a servirsi, con il necessario riserbo, di tutte le fonti possibili. Il tempo dato ai comuni per tali operazioni era limitatissimo: entro e non oltre il 24 agosto. E’ interessante una nota di servizio in fondo alla circolare, che recita: “unisco n. 15 schede, ove non fossero sufficienti inviate incaricato a ritirarne altre”.
Dunque, le leggi razziali sarebbero entrate in vigore solo il 17 novembre 1938, ma il 16 agosto 1938 solerti gerarchi si portavano avanti il lavoro e, paradossalmente, il ministero che più di ogni altro tenne a mostrarsi ultrazelante nella politica persecutoria fu proprio quello dell’Educazione nazionale, diretto da Bottai. Infatti già dal 6 agosto 1938 il ministro aveva inviato una serie di circolari a rettori, provveditori e dirigenti scolastici per raccomandare loro la diffusione della rivista “La difesa della razza”, che doveva essere “oggetto da parte dei docenti e dei discenti del più vivo interesse”.
Insomma, che dire: le parole sono molto simili. I toni anche. Le circostanze parimenti: dirigenti che organizzano operazioni di raccolta-dati riferite a leggi che non hanno ancora terminato il loro iter parlamentare.
Ho letto. E l’associazione ideale tra tutti i Pellecchia del mondo mi ha repentinamente portato, con la memoria, al film durante il quale la Scannagatti Band, diretta da Totò, impedisce a Joe Pellecchia di portare il suo saluto ai propri compaesani dopo anni di lontananza dalla sua terra: insomma, un po’ come il tentativo del mondo della scuola vera di non far passare questo disegno di legge che ignora i contratti collettivi nazionali di lavoro, che calpesta la professionalità dei docenti, che non tutela gli studenti, che lascia inabissare un sistema scolastico intero con la falsa promessa di stabilizzazione di un numero imprecisato di precari, ma che – al contempo – rende precari TUTTI gli 800.000 docenti che precari non lo erano già da tempo!
In ogni caso, Joe Pellecchia – di ritorno dagli States non riuscirà a pronunciare il suo discorso per merito della Scannagatti Band! https://www.youtube.com/watch?v=xQpU3iGob14 Ebbene, io mi sento molto componente della Scannagatti Band in questo momento, perché sono una persona flessibile e versatile…
Infine, chi viveva a Taranto negli anni 70, avrà certamente conosciuto Ciro Pellecchia! Era famoso in città perché soleva restare in bilico sul marciapiedi, atteggiando il proprio corpo con un’angolazione di 45° a partire dai piedi… e riusciva a mantenere l’equilibrio in questa posizione! Posizione richiamata anche dai Negramaro in una loro canzone “in bilico tra Santi e falsi dei, non sento più quell’insensata voglia di equilibrio che mi fa star lì sul filo del rasoio ad asciugar parole che ho già steso e mai dirò”
In bilico. Così sta il mondo della scuola vera. In bilico.
E questa non è una posizione a me congeniale. Non fa parte né della mia formazione, né della mia cultura, né del mio modo di essere. Per questo, ancora una volta, l’ennesima, vorrei sollecitare un supplemento di attenzione nei confronti della Vera Scuola, che non può essere cancellata da qualcosa che ha una velleitaria denominazione: adesso è il momento di non sottostare al diktat di chi ha assunto il ruolo di Presidente del Consiglio senza aver, precedentemente, ottenuto il consenso elettorale. Adesso è il momento di dimostrare un senso di responsabilità che vada oltre gli schieramenti partitici. Adesso è il momento di RITIRARE il DdL 1934 perché il dissenso parte dagli insegnanti; è stato espresso con innumerevoli iniziative di resistenza; è così evidente da non lasciare aperto alcuno spiraglio di dubbio.
Un dissenso talmente diffuso da aver tenuto in bilico TUTTI gli insegnanti: un dissenso che non puo’ essere ignorato.

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

martedì 2 giugno 2015

“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri” (George Orwell – 1947)

In Italia funziona così: se sei un animale che in 30 anni ha acquisito dei diritti – anche avendo svolto ottime prestazioni professionali – può accadere che arrivi un altro animale a cancellare i tuoi diritti acquisiti.
E’ paradossale, invece, che se sei un animale che in 5 anni (o molto meno) ha acquisito dei diritti – pur avendo svolto una pessima o inesistente attività politica nelle cosiddette “stanze dei bottoni” – accade che arrivi un altro animale a tutelare quei diritti immeritati e, addirittura, ad aggiungere persino sostanziosi vitalizi.
Così va quest’italietta, governata da mediocri che ignorano la Costituzione, che va scippando diritti conquistati sul campo dai lavoratori, elargendo fior di quattrini ad insulsi personaggi che – in massa – hanno grandemente contribuito alla crescita di una crisi incontrollabile; alla crescita di un dissenso diffuso direttamente proporzionale alla mole di tasse da pagare.
Uno scatto di orgoglio ci vorrebbe!
Ma George Orwell lo aveva scritto già nel 1947: Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri.

Dunque esistono, in natura, animali che non sanno cosa sia l’orgoglio, animali senza dignità che, ancorché tutelare gli interessi degli italiani, salvaguardano i propri. Ma poi esistono animali che posseggono l’orgoglio di essere italiani; la fierezza del possesso della “virtute e canoscenza”; l’intrepida volontà di difendere i propri diritti di cittadini, prima ancora che insegnanti o lavoratori o pensionati; l’impavido desiderio di tutelare la propria dignità.
Ed io so di avere un mondo amico, una marea di animali degni – quanto e più di me – di RISPETTO!
Noi siamo molti di più. E vi osserviamo indignati, perché l’intima indignazione va oltre le parole.
Osserviamo voi che, animali più uguali di altri, state tentando di distruggere una dignità che non conoscete. Ma ricordate che potrete toglierci tutto tranne il rispetto: quello ce lo dovete!
Pertanto, ritirate immediatamente il DDL 2994 maldestramente approvato dalla Camera il 20 maggio, adesso all’esame del Senato con il n. 1934. Restituite il maltolto scippato ai pensionati non con il ridicolo bonus-polpetta previsto per il 1° agosto. Eliminatele veramente le auto blu. Autoriducetevi compensi, diarie, emolumenti accessori e vitalizi.
Ed infine; leggetevi la Costituzione altrimenti nessun’altra aggettivazione potrà esservi attribuita se non: indegni!

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

lunedì 1 giugno 2015

Renzi e la vittoria del cappero.

Abbarbicato sulla roccia, nasce spontaneamente e non necessita neanche di particolari cure. Come l’italico Matteo, abbarbicato alla sua poltrona, vi si è spontaneamente insediato, non necessitando neanche del voto del popolo sovrano. Proprio come chi lo aveva preceduto.
La spontaneità è il suo punto di forza: non ha bisogno di conferme ed il 5-2 delle elezioni regionali lo appaga quanto vincere una partita a PES.
Non ha compreso, il poverino abbarbicato, che la sua è una vittoria del cappero! Non ha compreso che se la metà degli italiani ha disertato le urne, una motivazione di umano disincanto dovrà pur esistere! Non ha compreso che la percentuale acquisita dal suo rottamato partito è passata dal 40% al 20%. Non ha compreso che quel 20% di gradimento significa che lui - il Renzi-Re – è gradito al 20% della metà degli italiani aventi diritto al voto. Non ha compreso che la Campania è nelle mani di un suo amico impresentabile che difficilmente potrà governare… a meno che anche i giudici del TAR non appartengano alla giustizia del cappero! Non ha capito che in Puglia, il suo amico – ora Governatore – è un amico del cappero, visto che si è apertamente schierato CONTRO una serie di improvvidi provvedimenti. Non ha capito che la protesta degli insegnanti non è contro qualsiasi riforma, bensì contro questa riforma del cappero che Renzi-rottamatore si ostina a chiamare Buona Scuola!
Adesso gli sarebbe necessaria una lavagna a quadretti: giusto per farsi due calcoli. Giusto per riconsiderare i numeri del gradimento nei confronti del Governo che, abbarbicato, presiede ed i numeri della protesta – aperta e chiara – nei confronti dello scempio riformista del cappero, perpetrato ai danni dei pensionati, degli esodati, degli insegnanti, dei lavoratori e delle italiche genti.
Se ne avessi il tempo gli consegnerei – personalmente – una calcolatrice. Trattasi, infatti, di grandi numeri. I numeri del dissenso che superano abbondantemente i numeri del consenso. Ma, sfortunatamente, non posso… avendo deciso di dedicare il mio limitato tempo libero alla raccolta dei miei rigogliosi capperi dei quali, senza rancor, allego una foto…

Nei calcoli, potresti chiedere un aiutino ai tuoi alleati di sempre: gli esponenti del centro destra! Perché, guarda che s’è capito benissimo, da Monti in poi destra e sinistra sono state sempre insieme nel voto. S’è capito che siete tutti d’amore e d’accordo abbarbicati gli uni agli altri e ciascuno alla sua poltroncina dal costo scandaloso; s’è capito che anche per il Disegno di Legge in materia di istruzione – sorry “distruzione” – siete tutti sulla stessa sponda. Quindi, Renzi-Re, non accampare scuse del cappero: visto che la Aprea dice che è il suo disegno di legge; la Gelmini dice che è il suo disegno di legge; tu ne rivendichi fortemente la paternità… Insomma, approfitta dell’incertezza e ritiralo subito! Anzi, prima di subito.
E prendi nota del fatto che fatto 100 il numero dei votanti: se 50 non vanno a votare è perché non ti vogliono bene; se 25 votano il M5S, unico movimento alternativo alla vecchia politica alla quale appartieni anche tu, è perché non ti vogliono bene; se 5 votano amici e parenti vari perché hanno candidati in famiglia, restano 20 affezionatissimi ad un partito che, consentimi, è cosa diversa da te…
Dunque, Renzi, non restare lì abbarbicato come un cappero; ascolta la protesta del popolo sovrano: dimettiti perché questa vittoria è davvero una vittoria del cappero! Fidati!

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Scuola Vera)