E sapevo già tutto:
sapevo che la 107 avrebbe affossato la scuola e le persone che ci lavorano. Era
tutto scritto.
Quest’anno scolastico è
trascorso, per me, nel tentativo di capire se ci fossero dei margini di bontà
da ricavare dal testo di una Riforma della scuola che Riforma non è.
Dunque niente PON, niente
FESR, niente progettazione di interventi aggiuntivi, niente POF, niente PTOF,
niente funzioni strumentali, niente visite guidate, niente animatore digitale,
niente ore aggiuntive di insegnamento, niente progetti di ampliamento dell’offerta
formativa, niente corsi di specializzazione, niente PNSD, niente master, niente…
Ho fatto SOLO l’insegnante.
E mi sono chiesta come avessi potuto, nel passato, organizzare e seguire TUTTO
con entusiasmo e partecipazione. Ecco, il problema è tutto qui: la
consapevolezza di una Riforma approvata senza partecipazione e senza il necessario
coinvolgimento della Scuola ha azzerato l’entusiasmo ed ha cancellato la storia
della Vera Scuola.
Ho fatto SOLO l’insegnante:
ho svolto con diligenza la professione che ho scelto ben sapendo che il c. 1
della 107 già ventilava la necessità di avere le scuole aperte sempre, in modo
permanente; che il c. 2 già parlava di un PTOF irrealizzabile; che il c. 3
ribadiva il potenziamento del tempo scolastico; che il c. 4 non aggiungeva
personale per la realizzazione degli interventi; che il c. 5 istituiva l’organico
dell’autonomia; che il c. 6 sanciva un’autonomia già esistente, che il c. 7
individuava gli obiettivi formativi prioritari senza prevedere maggiori oneri
per la finanza pubblica; che il c. 8 riguardava solo il Friuli Venezia Giulia;
che il c. 9 prevedeva solo prodotti di qualità per la refezione scolastica; che
il c. 10 inseriva iniziative di formazione relative alle tecniche di primo
soccorso; che il c. 11 prevedeva l’assegnazione di un Fondo di funzionamento
per le istituzioni scolastiche, fondo peraltro già esistente; che il c. 12
indicava i tempi del PTOF; che il c. 13 prevedeva la verifica del PTOF da parte
dell’USR; che il c. 14 trasformava il POF in PTOF…
Non è opportuno
continuare. Perché una Riforma della Scuola non può essere costituita da un
solo articolo con 212 commi; una Riforma della Scuola non può abolire il parere
dell’organo collegiale consultivo nazionale della scuola (c. 192); una Riforma
della Scuola non può non trattare il tema delle competenze dei docenti e degli
studenti; una Riforma della Scuola non può mescolare “modello-minestrone”
organizzazione del tempo scuola ed edilizia scolastica; una Riforma della
Scuola non può dichiarare l’inefficacia di norme e procedure contenute nei
Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (c. 196); una Riforma della Scuola non
può fingere che la Scuola dell’Infanzia – primo ed insostituibile segmento
sociale ed educativo – non esista; una Riforma della Scuola non può essere
pubblicata in GU il 15 luglio ed essere ripubblicata il 30 luglio.
Ragazzi, non è serio!
E poi, una Riforma
della Scuola non può contenere 9 deleghe perché, assegnando un numero così
elevato di deleghe in bianco al Governo, si ravvisa una lunga serie di
competenze destinate all’analisi governativa: il problema delle deleghe in bianco
è serio perché, in una sola mossa, è eliminato il rinnovo contrattuale introducendo la libertà governativa di disporre del corpo
docente e del sistema nazionale di istruzione e formazione a suo piacimento - modificandone
la struttura - senza tener conto alcuno delle necessità sindacali di mediazione
e senza alcun rispetto dei lavoratori nel tentativo di esprimere le loro
opinioni. La conseguenza più grande è stata, certamente, quella di aver
assistito alla sparizione di sindacati e tavoli di contrattazione, vista la condizione obbligatoria della
legge di disporre della scuola tutta. Inoltre, con riferimento all’inclusione
scolastica degli studenti con disabilità, si legge una confusione di norme differenti.
Sono confusi gli studenti diversamente abili, riconosciuti ai sensi della Legge
104 articoli 3 e 4 e gli studenti DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)
certificati ai sensi della Legge 170/2010 e si dimenticano gli studenti BES
(Bisogni Educativi Speciali).
Mai sono
stata stanca come quest’anno! Ed a stancarmi ha contribuito la consapevolezza
di essere diventata una docente precaria, come i mei 800.000 colleghi in
Italia: docenti di ruolo fino al 2015 e precari dal 2015 in poi. Altro che
piano assunzionale: da quest’anno la deportazione è tornata di moda. Una
deportazione stabilita da pochi non eletti ed approvata da molti che non
potevano perdere né poltrone né privilegi.
Mai sono stata stanca come quest’anno! Eppure ho fatto SOLO
l’insegnante, ma a stancarmi ha contribuito la consapevolezza dell’avvenuta
cancellazione di interi articoli della Costituzione.
ART. 1. L’Italia è una
Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
L’Italia è diventata un
regime non-democratico, senza lavoro e senza possibilità – per il popolo – di votare
per i suoi governanti.
ART. 2. La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia
nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede
l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e
sociale.
L’Italia ha cancellato
i diritti inviolabili di ogni singolo cittadino ed esodati, inoccupati, docenti,
giovani, pensionati ne sono la dimostrazione.
ART. 3. Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
L’Italia ai tempi del
Renzie & Co. ha privato tutti gli italiani di dignità sociale.
ART. 12. La bandiera
della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande
verticali di eguali dimensioni.
E la
bandiera del Regime, qual è?
Mai sono stata
demotivata quanto quest’anno.
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