lunedì 18 aprile 2016

Inarrestabile affabulatore abusivo.

Questo è.
E’ abusivo perché la carica ricoperta da quest’uomo gli è stata conferita dai Leopoldini, che non sono certamente rappresentanti degli italiani.
E’ affabulatore perché nel commentare il mancato raggiungimento del quorum al referendum del 17 aprile ha inteso raccontare agli italiani la vetusta storiella “dei buoni e dei cattivi”, definendosi il “buono” per eccellenza: colui che ha salvato 11.000 posti di lavoro e, addirittura unendosi in un brindisi virtuale con gli 11.000 che domani potranno tornare serenamente a lavorare per merito suo… Conseguentemente i “cattivi”, secondo la teoria dell’inarrestabile affabulatore abusivo, sarebbero tutti coloro i quali, esercitando il diritto di voto, NON avrebbero consentito agli 11.000 di tornare al lavoro questa mattina.
Io non posso né voglio credere che un solo italiano abbia potuto accettare le parole del Renzie.
Perché il Referendum del 17 aprile poneva la questione della DURATA delle concessioni: il quesito chiedeva di abrogare la norma, introdotta nella legge di stabilità entrata in vigore il 1 gennaio 2016, che permetteva di estendere una concessione “per la durata di vita utile del giacimento”, cioè per un tempo indefinito. Se avesse prevalso il SI quella frase sarebbe stata cancellata e si sarebbe conservata la normativa italiana e comunitaria secondo la quale tutte le concessioni per lo sfruttamento di idrocarburi o di risorse minerarie, a terra o in mare, hanno durata di trent’anni, con possibilità di proroghe per altri complessivi venti. Cioè si sarebbe cancellata un’anomalia perché è insolito che una risorsa dello stato, cioè pubblica, sia data in concessione senza limiti di tempo prestabiliti.  Quindi se avesse prevalso il SI le piattaforme oggi in attività avrebbero continuato a lavorare fino alla scadenza della concessione (o dell’eventuale proroga).
E’ un affabulatore perché, ancora una volta, l’ennesima da quando ha abusivamente occupato la poltrona di Presidente del Consiglio, ha spostato l’attenzione degli italiani su questioni totalmente infondate, prive di qualunque aggancio contestuale alla realtà degli eventi. La questione degli 11.000 posti di lavoro salvati dal Renzie è stata una delle sue tante cadute di stile: non è accettabile ascoltare simili dichiarazioni che offendono il buon senso di chi ascolta. Semplicemente perché questo Referendum NON chiedeva agli italiani se desiderassero mantenere o troncare (già da questa mattina) 11.000 posti di lavoro!

E’ un affabulatore perché, nel raccontare la storiella del diciottenne che gli scrive una mail per chiedergli un consiglio riguardante l’opportunità di recarsi a votare ha inteso far credere di essere una guida carismatica per tutti i giovani di belle speranze. Spostando, di fatto, ancora una volta, l’attenzione dal problema vero: da Presidente del Consiglio non avrebbe dovuto MAI invitare all’astensionismo. Ma tanto lui è lui!

E’ inarrestabile perché ogni giorno ha una storiella da raccontare; ogni giorno sforna slogan che poi, puntualmente, si rivelano infondati sia nel merito, sia nel metodo; ogni giorno parla e sparla. E’ davvero inarrestabile quest’uomo…
E’ inarrestabile anche perché, nel diritto anglosassone esiste l’impeachment che è un procedimento d’incriminazione promosso contro rappresentanti della pubblica amministrazione che si siano resi colpevoli di reati nell’esercizio delle loro funzioni. Nell’ordinamento italiano, invece, il termine impeachment non ha valore tecnico-giuridico anche se, nell’uso giornalistico indica il procedimento speciale di accusa contro il capo dello stato o un alto esponente del governo.
Dunque, essendo un inarrestabile affabulatore abusivo, vogliamo almeno spiegargli che un pochino di impeachment gli farebbe comprendere meglio come rivolgersi alle italiche genti? In determinate situazioni è un peccato essere in Italia: il luogo in cui gli abusivi non vengono perseguiti; gli affabulatori ricoprono incarichi abusivi e gli affabulatori abusivi sono inarrestabili anche se invitano all’astensionismo.
Quasi quasi me ne vado dall’Italia…