La Treelle non è la stazione appaltante
di tutta la Scuola Statale italiana.
di Giancarlo Memmo
14.07.2015
Sta facendo scalpore in rete,
l’articolo “La bufera sulla scuola
italiana, quel che nessun vi ha detto” pubblicato su un inserto on-line del IL
SOLE 24 ORE, l’articolo è ad opera di Attilio Oliva, presidente della TreeLLLe,
un’associazione della Confindustria che si occupa di cultura, scuola, editoria.
Sgombriamo il campo da un equivoco di
fondo, l’associazione di Oliva non è super partes, è il think tank del
Presidente del Consiglio, ricevuta con tutti gli onori dalle Commissioni
Istruzione del Parlamento ed è l’estensore del progetto “La Buona Scuola”.
Per onestà intelletuale, sgombriamo
ancora il campo da ambiguità: la testata il SOLE 24 ORE è l’house organ della
Confindustria e se giornalisticamente da una parte propone ricette
ordo-liberiste, con l’esaltazione del mercato e dell’individualismo
economico-sociale, dall’altra non disdegna i copiosi finanziamenti pubblici necessari
a garantire il diritto costituzionale al pluralismo informativo.
Analogamente se da una parte contiene
l’esaltazione della concorrenza nel mercato del lavoro e delle sue
declinazioni, dall’altra le critiche sul “capitalismo assistito” familistico italiano
sono molto rare.
Sia chiaro in tutto questo non c’è
nulla di illegale o di “inaccettabile” tuttavia serve per evitare confusioni e
dare le coordinate contestuali.
Proviamo
a questo punto ad entrare nel merito e rispondiamo in modo succinto al presidente
dell’associazione genovese, l’articolo afferma:
Cominciamo con il rilevare
un dato: l’unico obiettivo esplicito della protesta è stato il ritiro
dell’intero progetto. Si riteneva necessaria solo l’assunzione di centomila
insegnanti, che comunque venivano giudicati troppo pochi.
Mi pare che al dottor Oliva, non
coglie il nodo della protesta: gli insegnanti che hanno un contratto fermo
ormai da 8 anni, hanno detto NO alle “card da 500 euro, NO ai premi del preside”. Quindi
una categoria che è economicamente svantaggiata ha detto NO AGLI INCENTIVI
ECONOMICI DI RENZI.
Il dottor Oliva quindi non ha capito
che gli insegnanti ne fanno in primis “una questione morale ed etica”, direi di
“principi”, non interessano i soldi.
Per gli insegnanti la libertà di
insegnamento, la scuola statale e laica, il pluralismo e l’inclusione, l’equità
e la trasparenza sono i principali asset costituzionali, non monetizzabili o
“rottamabili”. … per tutto il resto, ironicamente, c’è mastercard come dice una nota pubblicità.
Dopo aver chiarito che non è una
questione di soldi nonostante l’indecenza umiliante delle retribuzioni,
proseguiamo nella puntuale lettura dell’articolo del dottor Oliva, il quale
propone dieci domande retoriche a cui proveremo a rispondere:
1. Lo sapevate che, già
prima delle centomila assunzioni, la nostra scuola è quella che in Europa ha
più insegnanti in relazione al numero degli studenti? Che il rapporto è di
circa 1:11 contro 1:15? Che l’età media dei nostri insegnanti è di oltre 55
anni, mentre nel resto di Europa si aggira su poco più di 40? E che da noi si
entra in ruolo a quasi 42 anni (dopo un estenuante e umiliante precariato)
contro i 25-27 degli altri paesi?
Nella Scuola italiana fanno parte
dell’organico docente, secondo le Leggi costitutive, gli insegnanti IRC di
Religione Cattolica e asimmetricamente gli insegnanti “laici” delle “attività
complementari (circa 24.000 IRC+ 15.000 IAC), a questi circa 40.000 docenti,
vanno aggiunti gli Insegnanti Tecnico Pratici (ITP).
Probabilmente
Oliva non sa che negli istituti superiori esistono gli insegnanti di teoria (ad
esempio gli Ingegneri) e gli insegnanti
di laboratorio (ITP), parliamo di altre 15.000 unità a cui vanno aggiunte
quelli transitati dagli Enti Locali a vario titolo con la Legge Berlinguer
124/99, anche lui prestigioso esponente della Treellle.
Per
gli insegnanti di Educazione Fisica (EF), mi pare la Moratti provò ad
abbracciare modelli organizzativi anglosassoni con ipotetiche convenzioni delle
scuole con palestre del territorio, ma il progetto, anche per le pressioni del
CONI, si fermò.
A
tutti questi si devono infine aggiungere almeno 100.000 titolari della DOS-sostegno,
perché “noi” per ora (ma ancora per poco) siamo per l’integrazione degli alunni
disabili nelle scuole dei “normali”.
Nel
caso Oliva facesse le somme si accorgerebbe che al netto di queste peculiarità,
la Scuola italiana è molto, ma molto efficiente in termini di pianta organica,
lascio un appunto:
OD=Organico
Docente OC=organico
curricolare
OD= OC+IRC+IAC+ITP+ITPEL+EF+DOS
OD=OC=alcuni paesi
europei
Sull’età media degli insegnanti Oliva
potrebbe proficuamente parlare con la Fornero o con qualche esodato trattenuto
in servizio o con i familiari di chi è deceduto ma doveva andare in pensione e
non avranno nemmeno il tfr: vedrà caro Oliva che le si aprirà un mondo.
Sull’estenuante precariato non ho
visto la TreeLLLe costituirsi “ad audiuvandum” presso la Corte di Giustizia
Europea nella causa sull’abuso dei contratti a tempo determinato del personale
scuola.
Comunque se è un problema di soldi,
possiamo adottare il modello scolastico australiano del canale satellitare,
Murdoch sarà lieto di assegnarci qualche bouquet libero.
2. Lo sapevate che ormai da
decenni il reclutamento degli insegnanti avviene per lo più grazie a sanatorie,
senza alcuna attenzione né alla selezione di giovani laureati motivati né ad
una valutazione dei precari sulla base della loro prova sul campo? E che questo
viene definito “tutela dei diritti acquisiti”, mentre la scuola dovrebbe
tutelare prima di tutto i diritti degli studenti?
Se vogliamo chiamare sanatoria
l’assunzione di un laureato, specializzato con abilitazione universitaria o con
concorsi abilitanti, inserito in una graduatoria di merito, possiamo anche
farlo ma per onestà dobbiamo dire che
sono procedure concorsuali costituzionali, certo non è la chiamata diretta
delle aziende private.
Oliva non sa che esiste l’anno di
prova e che può essere ripetuto una sola volta e che svolge proprio quella
“prova sul campo” di cui parla.
La sanatoria nella “buona scuola” c’è
ma non sul lato docente.
Oliva
dovrebbe informarsi sulle procedure concorsuali dei presidi, dovrebbe
informarsi sui test preselettivi errati, ormai un’abitudine, sulle buste
trasparenti, sulle commissioni e collegi “imperfetti” e mi fermo qui perché se
no mi piacerebbe anche parlare delle “pillole del sapere”.
Ora affermare che chi viene chiamato
per concorso pubblico ai sensi dell’art. 97 della Costituzione, vuole “tutelare
i diritti acquisiti” mentre l’aggiramento legislativo e sistematico del
giudicato di tribunali che annullano procedure concorsuali illegittime,
semplicemente è non pervenuto nelle divagazioni di Oliva, francamente mi pare
stravolgere la realtà. Comunque eventualmente si faccia fare un briefing da
Giorgio Rembado dell’ANP ampiamente rappresentata nella TreeLLLe.
Come la vuole la Scuola Oliva?
Dobbiamo dire agli studenti: “sapete ci sono le regole, c’è la Costituzione, voi
dovete essere responsabili, cittadini..” poi gli diciamo la legge è uguale per
tutti tuttavia per alcuni si applica e per altri si interpreta? Voi studenti
dovete imparare il rispetto del regolamento scolastico mentre “noi” facciamo
quello che vogliamo?....non credo che i genitori a cui si rivolge Oliva
sarebbero d’accordo e ancora meno i docenti della scuola statale italiana.
Lo diciamo agli amici della TreeLLLe,
se vi stanno a cuore i diritti degli studenti, credetemi non è questo il modo
per tutelarli, se vi mancano idee chiedete pure (gratis) a qualunque collega
docente che vi suggerirà delle soluzioni.
3. Lo sapevate che la
nostra è la scuola d’Europa con più abbandoni (circa il 20%) e dove le assenze
degli studenti sono oltre il doppio rispetto alla media? Sarà forse perché le
attività che vi si svolgono non riescono a coinvolgerli e interessarli?
Gli abbandoni, il drop-out e la
mortalità scolastica, sono una tragedia e una frustrazione per qualunque degli
insegnanti che ho conosciuto, anche quelli più lontani dal mio modo di pensare.
L’area del disagio sociale di cui si fa carico il corpo docente è molto,
ma molto, ampia. Si tranquilizzi Oliva,
lo facciamo gratis e lo facciamo perché è il nostro lavoro, è la nostra
professionalità ma soprattutto la nostra umanità che ce lo impongono,
nonostante gli strumenti che abbiamo a disposizione sono scarsi e spesso
inutilizzabili.
Su come rendere “interessanti” le
attività didattiche potremmo chiedere a Oliva di intercedere tramite
Confalonieri, membro emerito della TreeLLLe, con la De Filippi per poter dare
qualche suggerimento nazionale.
Comunque le argomentazioni proposte
equivalgono a dare la colpa allo psicologo, al medico, al poliziotto,
dell’attività dello psicopatico, della malattia del malato, dei furti del reo.
E’ semplicemente una cosa che fa
sorridere anche i genitori che conosciamo noi e che riceviamo costantemente.
4. Lo sapevate che il 95%
degli studenti frequenta scuole statali mentre quelle paritarie chiudono l’una
dopo l’altra, perché le famiglie non riescono a sostenerne i costi? Si è
manifestato contro una immaginaria “privatizzazione”, contro un attacco alla
scuola pubblica, mentre ci si avvia di fatto al monopolio statale, con tutti i
difetti di ogni monopolio.
Articolo 33 della Costituzione, comma
3: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di
educazione, senza oneri per lo Stato.”
Cosa non è chiaro nel termine “senza
oneri per lo Stato”?
Comunque
caro Oliva, fin da Berlinguer, le scuole non statali ricevono ampi
finanziamenti pubblici e sgravi fiscali, ampiamente previsti nella “buona
scuola”, naturalmente a scapito della scuola pubblica.
A
proposito di difetto del monopolio statale, perché Oliva non ci spiega come mai
i ragazzi diversamente abili non vanno nelle scuole “private”? E le
considerazioni sui “diplomifici” e sui “punteggifici”? Provi a spiegarlo ai
genitori.
L’apertura e l’imponente supporto
politico alle scuole non statali prima o poi dovrà fare i conti con le istanze
delle “scuole islamiche”, poi vedremo cosa ne pensano i genitori e la TreeLLLe.
5. Lo sapevate che una
famiglia interessata a trovare una buona scuola non dispone ad oggi di nessuna
informazione ufficiale e deve affidarsi al “passaparola”? e che questo avviene
perché la scuola statale è in realtà un luogo “privatissimo”, della cui qualità
non si riesce a sapere quasi nulla, nemmeno che ogni anno gli insegnanti (anche
quelli di sostegno) ruotano “a domanda” fra una scuola e l’altra per circa il
20%? Dove è l’attenzione per l’auspicabile “continuità didattica”?
Dunque qui Attilio Oliva sembra non
sapere che addirittura Brunetta ha imposto l’obbligo, almeno per i dirigenti
scolastici, di pubblicare on-line il loro curriculum.
Forse
non tutti i presidi riescono a
pubblicare sul portale della scuola il loro curriculum e quello dei docenti, forse
non pubblicano i tassi di assenteismo (che sono comunque disponibili in rete
perché trasmessi al dipartimento della Funzione Pubblica) o i contratti
integrativi d’istituto con ad esempio quanto spende la Scuola per i corsi di
recupero: se questo accade, è probabilmente dovuto anche al tipo di sanatorie
che spesso le procedure concorsuali di queste figure direttive usufruiscono e che Oliva e la TreeLLLe ignorano
e confondo con le assunzioni da pubblico concorso dei precari.
In altre parole dove queste
disfunzioni accadono, molta responsabilità è in capo ai presidi, che invece di
esercitare l’indispensabile leadership, spesso preferiscono assecondare i
comportamenti burocratici della segreteria piuttosto che occuparsi pienamente
di aspetti organizzativi e di trasparenza.
Comunque ha ragione Oliva, ci dovrebbe
essere di più e meglio, ma non dipende dai docenti, così come non dipende dai
pazienti pubblicizzare le strutture ospedaliere, anzi i docenti come i pazienti,
vorrebbero ottime strutture ospedaliere con buoni laboratori e diagnostica
d’eccellenza: mi creda Oliva è così.
Caro Oliva, ha la fortuna di avere nel
board della TreeLLLe il presidente dell’Associazione
Nazionale Presidi, che sa, si confronti con Lui.
6. Lo sapevate che i nostri
curriculi hanno un carattere enciclopedico (facile all’oblio) e una forte
prevalenza delle materie cosiddette umanistiche rispetto a quelle scientifiche
e tecniche? Che sono così rigidi da non permettere alcuna opzionalità per gli
studenti? Che perfino il latino, che è opzionale in tutti i paesi del mondo, in
Italia (e in Grecia) è invece materia obbligatoria per circa il 40% degli
studenti delle secondarie?
Queste
teorie le ho sentite ai tempi di Berlinguer, non a caso altra eminenza grigia
della TreeLLLe, diciamo del filone “anti-licei”.
Solo
chi ignora che le metodologie “problem solving” sono veicolate brillantemente
dalle traduzioni di Latino e Greco, che
rappresentano quindi un ottimo banco di prova per l’apprendimento metodologico
scientifico, ripeto solo chi ignora ciò può fare queste affermazioni.
Pensi
un po’ Oliva con il Greco e il Latino impari il metodo scientifico e in più
corri il rischio di saper scrivere, leggere e parlare correttamente e apprendi
più velocemente le altre lingue.
A
meno che Oliva non intenda inconfessabilmente auspicare una Scuola come “centro
di addestramento”, un profilo “minimale” dell’istituzione.
Caro
Oliva la Scuola non può e non deve sostituire i centri di addestramento
lavorativo della Confindustria: sarebbe finalmente ora che il capitalismo
italiano cominci un po’ ad investire in ricerca e sviluppo e magari paghi
adeguatamente il personale laureato.
Provi
ad immaginare Oliva come sarebbe questo Paese se non ci fosse la Scuola
s-t-a-t-a-l-e, se potesse contare solo sui laureati del settore “privato”….ci
rifletta un po’.
Però
Oliva è fortunato, sull’importanza della cultura enciclopedica e
dell’Illuminismo, come sul resto, può chiedere a Umberto Eco, anche lui del
board della TreeLLLe e che sicuramente saprà spiegare meglio di quanto possa
fare io.
7. Lo sapevate che da noi
la didattica è prevalentemente “trasmissiva” e che buona parte del tempo scuola
è impegnato da lezioni ed interrogazioni, senza un coinvolgimento più motivante
e interattivo degli studenti? E che le verifiche orali hanno la netta
prevalenza su quelle scritte e sui test, al contrario di quanto accade negli
altri paesi?
I
genitori che conosco io vogliono che il figlio sappia p-a-r-l-a-r-e bene, per
cui Oliva o il suo board conosce un
altro modo, s-c-r-i-t-t-o, per fare esprimere o-r-a-l-m-e-n-t-e le abilità dell’asse della comunicazione e
allora ce lo dica, così impariamo.
Oppure
è la solita “boutade” da bar dello sport.
La
verità purtroppo è che spesso, nostro malgrado, siamo costretti a fare quelle cose che piacciono ad Oliva, che
sono i test più o meno a crocette, perché il taglio del monte ore disciplinare,
l’elevato numero di allievi per classe, la personalizzazione della didattica, ci impongono caro Oliva, la rapidità delle
“crocette”, un comportamento direi più burocratico che didattico pedagogico.
La prego di crederci sulla parola: questo non ci piace proprio perché ci
teniamo ai nostri ragazzi e alle famiglie, perché siamo genitori anche noi e
anche noi abbiamo figli che studiano.
8. Lo sapevate che nelle
varie indagini Pisa dell’Ocse, che riguardano circa sessanta paesi, le
competenze degli studenti quindicenni italiani sono sempre risultate
sensibilmente al di sotto della media?
A parte che le metodologie OCSE Pisa
sono tutt’altro che sicuramente scientifiche, sono come le metodologie delle
agenzie di rating che il giorno prima del fallimento quotavano la tripla AAA a
Lehman Brothers.
Caro Oliva, lei che è un
“aziendalista” di lungo corso e che ha conosciuto con il PSI genovese il mondo
delle municipalizzate, sicuramente potrà “aziendalisticamente” apprezzare un
confronto non solo della tabella che cita, ma anche della tabella comparativa
retributiva dei docenti italiani: mi creda per quello che pagano i risultati
sono brillanti, lo chieda ad esempio alle migliaia di cervelli in fuga che sono
apprezzati all’estero e che voi della Confindustria non riuscite a tenere in
Italia.
Vedrà Oliva che oltre le crocette c’è
“un mondo” reale.
Qui mi scusi Oliva devono averle fatto
uno scherzo, siccome non dubito della serietà dell’associazione e del
presidente, l’unica spiegazione plausibile è che le hanno dato le fotocopie di
dati vecchi di 20 annni oppure parlavano di un altro Paese oppure era il
programma di Matteo Renzi.
In ogni caso credo che il prof. Carlo
dell’Arringa, del board dell’associazione, oltre che figura apicale dell’Aran
le saprà dare tutte le delucidazioni, si faccia anche dire benevolmente come si
colloca il comparto Scuola, dal punto di vista retributivo e dei trattamenti
accessori, rispetto agli altri comparti pubblici….così per farsi un’idea.
Vedrà gentilissimo dottor Oliva che
avrà un quadro sicuramente più veritiero, nel frattempo con i genitori ci
parliamo noi, mi creda è meglio.
Cordialità
e grazie per il contributo di riflessione.
Giancarlo Memmo
LETTERA AI NON INSEGNANTI
di Marco Cerase (30.06.2015)
Io penso sempre ai miei amici che non sono insegnanti e che dopo mesi di pervasiva disinformazione sono convinti che, tutto sommato, la legge sulla buona scuola sia una buona legge.
Per capire il punto di vista degli insegnanti che si sono opposti alla cosiddetta “riforma”, immaginate che:
– il vostro datore di lavoro si prenda il diritto di abbassarvi la paga, aumentare il vostro orario, ridurre i vostri diritti a suo piacimento;
– il vostro datore di lavoro si prenda il diritto di spostarvi di sede come meglio crede, anche in altre province o addirittura in altre regioni;
– per mantenere la vostra sede di lavoro dobbiate essere costretti a essere compiacenti con il capo, a dire sempre sì, a fare del lavoro extra gratis; immaginate di essere un dipendente pubblico e di essere scelto o allontanato dal vostro capoufficio
– immaginate che il vostro datore di lavoro si metta a finanziare la concorrenza.
– il vostro datore di lavoro si prenda il diritto di spostarvi di sede come meglio crede, anche in altre province o addirittura in altre regioni;
– per mantenere la vostra sede di lavoro dobbiate essere costretti a essere compiacenti con il capo, a dire sempre sì, a fare del lavoro extra gratis; immaginate di essere un dipendente pubblico e di essere scelto o allontanato dal vostro capoufficio
– immaginate che il vostro datore di lavoro si metta a finanziare la concorrenza.
Ma guardate le cose anche dal vostro punto di vista di genitori:
– Se avete la fortuna di abitare in un bel quartiere centrale e pieno di gente danarosa, essendo voi stessi benestanti, è probabile che vostro figlio riceva una buona istruzione (anche se dovrà competere con i rampolli della buona borghesia…)
– se invece abitate in un quartiere semiperiferico iniziate a mettere mano al portafoglio, più di quanto già non facciate ora, per finanziare la scuola di vostro figlio attraverso il “contributo volontario”, oppure pitturando le aule e mobilitandovi per reperire fondi per permettere il funzionamento minimo della vostra scuola;
– se addirittura abitate in un quartiere periferico o degradato, oppure caratterizzato da forte immigrazione o disagio sociale, oppure vicino ad esso, sappiate che a vostro figlio verrà offerto un servizio di istruzione scadente, con scuole con pochi fondi a disposizione, poche attrezzature, insegnanti demotivati, presidi incapaci;
– se per caso siete persone meridionali, sappiate che tutto quello che ho scritto poc’anzi verrà ulteriormente amplificato.
– se avrete la sfortuna di scoprire che vostro figlio è capitato in una scuola con un cattivo dirigente, sappiate che altrettanto cattiva sarà la didattica e l’offerta complessiva della scuola;
– se vostro figlio dovesse avere la fortuna di incontrare un buon insegnante, in grado di entusiasmare i ragazzi ma “troppo libero”, sappiate che il Dirigente Scolastico potrà mandarlo da un’altra parte se non si dimostrerà abbastanza servizievole.
– Se avete la fortuna di abitare in un bel quartiere centrale e pieno di gente danarosa, essendo voi stessi benestanti, è probabile che vostro figlio riceva una buona istruzione (anche se dovrà competere con i rampolli della buona borghesia…)
– se invece abitate in un quartiere semiperiferico iniziate a mettere mano al portafoglio, più di quanto già non facciate ora, per finanziare la scuola di vostro figlio attraverso il “contributo volontario”, oppure pitturando le aule e mobilitandovi per reperire fondi per permettere il funzionamento minimo della vostra scuola;
– se addirittura abitate in un quartiere periferico o degradato, oppure caratterizzato da forte immigrazione o disagio sociale, oppure vicino ad esso, sappiate che a vostro figlio verrà offerto un servizio di istruzione scadente, con scuole con pochi fondi a disposizione, poche attrezzature, insegnanti demotivati, presidi incapaci;
– se per caso siete persone meridionali, sappiate che tutto quello che ho scritto poc’anzi verrà ulteriormente amplificato.
– se avrete la sfortuna di scoprire che vostro figlio è capitato in una scuola con un cattivo dirigente, sappiate che altrettanto cattiva sarà la didattica e l’offerta complessiva della scuola;
– se vostro figlio dovesse avere la fortuna di incontrare un buon insegnante, in grado di entusiasmare i ragazzi ma “troppo libero”, sappiate che il Dirigente Scolastico potrà mandarlo da un’altra parte se non si dimostrerà abbastanza servizievole.
E infine vi invito a guardare le cose anche dal punto di vista della Costituzione:
– se vostro figlio è meritevole e capace, ma voi non siete sufficientemente ricchi, sappiate che la scuola pubblica non gli consegnerà gli strumenti e il supporto per “raggiungere i più alti gradi degli studi” (art.34), né contribuirà più di tanto a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art.2)
– sappiate che a vostro figlio non sarà garantito di ricevere un “libero insegnamento dell’arte e delle scienze” (art.33), ma che i docenti saranno sempre più costretti e seguire dei diktat provenienti dall’alto;
– “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (art.33); se pagate le tasse, sappiate che parte di quelle tasse non finanzieranno la carta igienica mancante nella scuola di vostro figlio, ma finanzieranno i genitori che manderanno i propri figli nelle scuole private, in quelle di eccellenza per la ricca borghesia, in quelle confessionali e persino nei diplomifici.
– se vostro figlio è meritevole e capace, ma voi non siete sufficientemente ricchi, sappiate che la scuola pubblica non gli consegnerà gli strumenti e il supporto per “raggiungere i più alti gradi degli studi” (art.34), né contribuirà più di tanto a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art.2)
– sappiate che a vostro figlio non sarà garantito di ricevere un “libero insegnamento dell’arte e delle scienze” (art.33), ma che i docenti saranno sempre più costretti e seguire dei diktat provenienti dall’alto;
– “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (art.33); se pagate le tasse, sappiate che parte di quelle tasse non finanzieranno la carta igienica mancante nella scuola di vostro figlio, ma finanzieranno i genitori che manderanno i propri figli nelle scuole private, in quelle di eccellenza per la ricca borghesia, in quelle confessionali e persino nei diplomifici.
Se invece di tutto ciò non vi interessa minimamente, se siete tra quelli che pensano che vostro figlio vada male a scuola per colpa dei professori, se pensate che i docenti facciano quattro mesi di vacanza l’anno e che leggano il giornale in classe, se pensate che serve qualcuno con il bastone che li costringa a lavorare, se credete che la scuola non serva a nulla e sia solo una inutile perdita di tempo su sterili “nozioni”, allora potete anche smettere di ritenervi miei amici.
Marco Cerase
ANDATE A FARE IN CULO.
di Annachiara Piffari (15.05.2015)
Andate a fare in culo, con la vostra propaganda, col vostro denigrarci continuo.
Voi, le vostre riforme, la
chiamata diretta del dirigente, gli albi territoriali, il merito che viene richiesto
da persone che hanno un diploma da perito chimico e 16 anni fuori corso o
scrivono "cultura umanista"
Andate a fare in culo, con le vostre "televendite", le vostre
pseudo-riforme fatte passare a colpi di fiducia di notte, i vostri tentativi di
metterci contro studenti e famiglie.Andate a fare in culo, con la vostra propaganda, col vostro denigrarci continuo.
E andate a fare in culo anche voi, che ci credete, che non vedete l'ora di
trovare un comodo capro espiatorio alle vostre frustrazioni personali.
Andate a fare in culo, voi che continuate a votare chi sta distruggendo
l'Italia, la sua scuola, la sua sanità, la Costituzione, la democrazia.
Andate a fare in culo, voi che volete solo parcheggiare i figli, e non vi
preoccupate della loro formazione.
Andate a fare in culo, voi che volete propagandare come "progetto
educativo" il lavoro di minori nei mesi estivi.
Andate a fare in culo, voi che finanziate le scuole paritarie, quando nelle
nostre crollano i tetti e non ci sono fondi sufficienti a pagare il lavoro
straordinario degli insegnanti.
Andate a fare in culo, voi che ci definite "fannulloni",
"vacanzieri", "incompetenti", che in cattedra non
resistereste 5 minuti.
Andate a fare in culo, voi che con questa riforma state dando inizio a una
dittatura tale e quale la Riforma Gentile fece nel 1923.
ANDATE A FARE IN CULO.
Io mai mi piegherò a questo, mai censurerò il mio libero pensiero, mai mi
piegherò, con la mente e con il cuore, a siffatta arroganza.
Sarò presente, sì, per forza..... farò tutto quello che voi deciderete perché
devo vivere.... ma il mio unico pensiero, oggi e sempre, sarà ANDATE A FARE IN
CULO.
Annachiara
Piffari, Partigiana della scuola pubblica.
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