Ogni legge iniqua
va ritirata.
Dunque il DdL 1934 va RITIRATO.
A proposito dell’articolo scritto da Umberto Galimberti su D la
Repubblica del 6 giugno 2015, “Agli insegnanti dico: la riforma non serve a
voi” vorrei esprimere alcune brevi considerazioni.
Quando si parla di Scuola non si
può far filosofia. E’ un argomento che comprende troppo reale, troppo
quotidiano, troppa vita per poter essere costretto negli anfratti di un
pensiero filosofico che, peraltro, trovo estremamente riduttivo e pertanto
imperfetto.
Mi spiace dover convintamente scrivere questo di un filosofo, che è
anche psicoanalista e persino docente universitario. Ma me ne dolgo
compostamente, convinta come sono del fatto che nessun dolore abbia trafitto il
suo animo mentre scriveva che in Italia vi è carenza di insegnanti all’altezza
del loro compito; né quando blaterava della comprovata inettitudine di taluni
insegnanti; né nel momento in cui sosteneva la necessità – per i DS – di
assumere insegnanti più capaci e dimettere gli incapaci!
Mi spiace dover convintamente controbattere i sillogismi del
Galimberti, che pervengono a discutibili conclusioni. Secondo i suoi teoremi,
infatti: Gli insegnanti non hanno bisogno della riforma; L’inettitudine è caratteristica distintiva
degli insegnanti; Gli insegnanti dovrebbero imparare ad insegnare “educando ed
istruendo” mediante un percorso di apprendimento “per via erotica”.
Questa mi mancava proprio! Ma io dico, piuttosto che “per via erotica”,
non sarebbe meglio che l’apprendimento avvenisse “per intervalla insaniae”?
Cioè, il Galimberti sostiene che nientedimenoche Platone segnalava che
l’apprendimento avvenisse per via erotica; io suggerisco timidamente,
rispolverando nientedimenoche Lucrezio,
che l’apprendimento possa avvenire “per
intervalla insaniae”! Non sarebbe una cattiva idea.
Ora, non è per essere petulanti, ma Platone ricorse al mito di Eros per
spiegare l’umano desiderio di conoscenza: Eros era il dio greco dell’amore e
della forza ed era figlio di Poros e Penia, cioè Risorsa e Povertà. Proprio
come gli insegnanti: pieni di risorse socio-didattico-culturali e colmi della
povertà estrema degli scandalosi compensi da terzo mondo a loro destinati! Ma
torniamo a Platone, il quale sosteneva che il filosofo è mosso da una tensione
verso la verità con lo stesso desiderio d’amore che attrae due esseri umani. E’
la filosofia stessa che viene intesa come Eros. Ecco. Tutto qui. E questo è
molto diverso dal sostenere che l’apprendimento avvenga per “via erotica”.
Insomma, sulla Scuola è vietato filosofeggiare, perché la Scuola è una
parte seria della società civile. Purtroppo, con il DdL 1934 – adesso all’esame
del Senato – la Scuola è diventato argomento di discussione per tutti. Ma
proprio TUTTI.
Ha cominciato il Renzi-non-eletto a settembre 2014, ha continuato il
Faraone-non-meritevole a novembre 2014, ha perorato la causa la
Giannini-poco-parlante.
Adesso, nella conversazione, si è inserito anche il sommo filosofo con
ragionamenti dimostrativi che dimostrano – chiedo scusa per la cacofonica
ripetizione – quanto sia enorme il nulla che costui conosce della scuola e
degli insegnanti. E, addirittura, dopo i sillogismi, si lancia in una serie di
enunciazioni che offendono l’intera categoria di insegnanti, che quotidianamente svolgono dignitosamente la
loro professione. E sostiene i 5 cardini del suo ragionamento che lo porterà a
meglio delineare la sua opinione sul DdL 1934.
1.
E’ favorevole, il filosofo, alla destinazione
del 5 per mille alle scuole migliori. Dimentica, il filosofo, che se
destinatarie dei finanziamenti saranno le scuole migliori, le scuole peggiori
diventeranno sempre più abbandonate a se stesse… e poi dimentica di esternare –
a noi piccoli insegnanti dalla comprovata inettitudine – quali siano i criteri
utili a definire migliori o peggiori le scuole.
2. E’
favorevole, il filosofo, alle scuole private “senza oneri per lo Stato”.
Dimentica, il filosofo, che nel 2000 la legge 62 ha reso paritarie le scuole
gestite da privati. E le leggi vanno rispettate!
3. E’
sfavorevole, il filosofo, alla premialità per i professori meritevoli, perché
premiare i meritevoli significherebbe accettare l’esistenza anche di docenti
immeritevoli. Dimentica, il filosofo, di esporre i criteri di valutazione degli
insegnanti. Dimenticanza che torna anche nel DdL per la verità!
4. E’
favorevole, il filosofo, all’aumento di stipendio per i professori bravi, cioè
tutti, visto che (secondo lui) gli incapaci dovrebbero essere dimessi dal
dirigente scolastico! Ma chi decide se un insegnante è bravo? La mamma di uno
dei suoi alunni? Il medico condotto del paesello? Il collega che – fruendo di
qualche esonero – non entra in classe da un ventennio?
5.
E’ favorevole, il filosofo, alle prove Invalsi.
Perché pur non essendo strumenti di misurazione delle competenze adeguati,
poiché esistono vanno svolte. Le leggi vanno rispettate!
E a questo punto, il filosofo, dopo aver fatto rigirare nella tomba
Platone, chiama – come testimone – il di lui maestro: Socrate. E ripropone al
lettore la più celebre delle frasi a Socrate attribuite: le leggi vanno
rispettate anche se non condivise.
Era qui che ti volevo! A Renzi bisognerebbe ricordarlo. Ed anche ai
Senatori della Repubblica.
La Carta costituzionale, prima delle leggi che regolamentano il nostro
Paese, va rispettata, non va stracciata, ignorata, vilipesa. La Costituzione
italiana non va squartata come si sta facendo con l’esame del DdL 1934 perché
il DdL 1934 è apertamente incostituzionale e anticostituzionale nel senso che
non solo non risponde ai principi costituzionali, ma è anche contrario agli
stessi!
Dunque non se ne dovrebbe affatto discutere. Il DdL 1934 va RITIRATO.
Non esistono altre alternative. E non per una questione di principio, non
perché lo si sia letto da un’angolazione sbagliata, non per partito preso, ma
perché la Vera Scuola e i Veri Insegnanti sanno esattamente ciò di cui parlano
e scrivono perché lo vivono quotidianamente.
Perché la Vera Scuola ed i Veri Insegnanti non hanno MAI cambiato
opinione rispetto a questo scandalo del millennio. Non è un’opinione, è un
convincimento che ha unito il 90% degli insegnanti il 5 maggio, in occasione di
uno sciopero generale epocale.
Ed un estimatore di Platone non può ignorare che l’unica forma di
sapere che il filosofo non può mai accettare è la doxa, il mondo dell’opinione mutevole e transitoria.
Può star sereno il Renzi, che si sente tanto filosofo della scuola; può
star sereno il Galimberti, che filosofeggia sulla scuola; può star sereno
chiunque pensi che l’attuale protesta degli insegnanti sia “opinione mutevole e
transitoria”. Non è opinione e non è né cangiante, né passeggera. E’ un NO
secco e categorico ad una Riforma che depriva il mondo della Scuola della
propria dignità!
Pertanto, così filosofeggiando , è utile suggerire un sillogismo fresco
fresco:
Lo squartatore è Jack the Ripper.
Renzi è lo squartatore della Costituzione.
Dunque Renzi è Jack the Ripper.
Commossa, ringrazio il filosofo - esperto di filosofia e di plagio -
per aver così sagacemente espresso le sue opinioni nei confronti degli
insegnanti.
Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)
Nessun commento:
Posta un commento