giovedì 11 giugno 2015

Sillogismi.

Ogni legge iniqua va ritirata.
Il DdL 1934 è legge iniqua.
Dunque il DdL 1934 va RITIRATO.

A proposito dell’articolo scritto da Umberto Galimberti su D la Repubblica del 6 giugno 2015, “Agli insegnanti dico: la riforma non serve a voi” vorrei esprimere alcune brevi considerazioni.
Quando  si parla di Scuola non si può far filosofia. E’ un argomento che comprende troppo reale, troppo quotidiano, troppa vita per poter essere costretto negli anfratti di un pensiero filosofico che, peraltro, trovo estremamente riduttivo e pertanto imperfetto.
Mi spiace dover convintamente scrivere questo di un filosofo, che è anche psicoanalista e persino docente universitario. Ma me ne dolgo compostamente, convinta come sono del fatto che nessun dolore abbia trafitto il suo animo mentre scriveva che in Italia vi è carenza di insegnanti all’altezza del loro compito; né quando blaterava della comprovata inettitudine di taluni insegnanti; né nel momento in cui sosteneva la necessità – per i DS – di assumere insegnanti più capaci e dimettere gli incapaci!

Mi spiace dover convintamente controbattere i sillogismi del Galimberti, che pervengono a discutibili conclusioni. Secondo i suoi teoremi, infatti: Gli insegnanti non hanno bisogno della riforma;  L’inettitudine è caratteristica distintiva degli insegnanti; Gli insegnanti dovrebbero imparare ad insegnare “educando ed istruendo” mediante un percorso di apprendimento “per via erotica”.
Questa mi mancava proprio! Ma io dico, piuttosto che “per via erotica”, non sarebbe meglio che l’apprendimento avvenisse “per intervalla insaniae”? Cioè, il Galimberti sostiene che nientedimenoche Platone segnalava che l’apprendimento avvenisse per via erotica; io suggerisco timidamente, rispolverando nientedimenoche  Lucrezio, che l’apprendimento possa avvenire  “per intervalla insaniae”! Non sarebbe una cattiva idea.
Ora, non è per essere petulanti, ma Platone ricorse al mito di Eros per spiegare l’umano desiderio di conoscenza: Eros era il dio greco dell’amore e della forza ed era figlio di Poros e Penia, cioè Risorsa e Povertà. Proprio come gli insegnanti: pieni di risorse socio-didattico-culturali e colmi della povertà estrema degli scandalosi compensi da terzo mondo a loro destinati! Ma torniamo a Platone, il quale sosteneva che il filosofo è mosso da una tensione verso la verità con lo stesso desiderio d’amore che attrae due esseri umani. E’ la filosofia stessa che viene intesa come Eros. Ecco. Tutto qui. E questo è molto diverso dal sostenere che l’apprendimento avvenga per “via erotica”.
Insomma, sulla Scuola è vietato filosofeggiare, perché la Scuola è una parte seria della società civile. Purtroppo, con il DdL 1934 – adesso all’esame del Senato – la Scuola è diventato argomento di discussione per tutti. Ma proprio TUTTI.
Ha cominciato il Renzi-non-eletto a settembre 2014, ha continuato il Faraone-non-meritevole a novembre 2014, ha perorato la causa la Giannini-poco-parlante.
Adesso, nella conversazione, si è inserito anche il sommo filosofo con ragionamenti dimostrativi che dimostrano – chiedo scusa per la cacofonica ripetizione – quanto sia enorme il nulla che costui conosce della scuola e degli insegnanti. E, addirittura, dopo i sillogismi, si lancia in una serie di enunciazioni che offendono l’intera categoria di insegnanti,  che quotidianamente svolgono dignitosamente la loro professione. E sostiene i 5 cardini del suo ragionamento che lo porterà a meglio delineare la sua opinione sul DdL 1934.
1.       E’ favorevole, il filosofo, alla destinazione del 5 per mille alle scuole migliori. Dimentica, il filosofo, che se destinatarie dei finanziamenti saranno le scuole migliori, le scuole peggiori diventeranno sempre più abbandonate a se stesse… e poi dimentica di esternare – a noi piccoli insegnanti dalla comprovata inettitudine – quali siano i criteri utili a definire migliori o peggiori le scuole.
2.       E’ favorevole, il filosofo, alle scuole private “senza oneri per lo Stato”. Dimentica, il filosofo, che nel 2000 la legge 62 ha reso paritarie le scuole gestite da privati. E le leggi vanno rispettate!
3.       E’ sfavorevole, il filosofo, alla premialità per i professori meritevoli, perché premiare i meritevoli significherebbe accettare l’esistenza anche di docenti immeritevoli. Dimentica, il filosofo, di esporre i criteri di valutazione degli insegnanti. Dimenticanza che torna anche nel DdL per la verità!
4.       E’ favorevole, il filosofo, all’aumento di stipendio per i professori bravi, cioè tutti, visto che (secondo lui) gli incapaci dovrebbero essere dimessi dal dirigente scolastico! Ma chi decide se un insegnante è bravo? La mamma di uno dei suoi alunni? Il medico condotto del paesello? Il collega che – fruendo di qualche esonero – non entra in classe da un ventennio?
5.       E’ favorevole, il filosofo, alle prove Invalsi. Perché pur non essendo strumenti di misurazione delle competenze adeguati, poiché esistono vanno svolte. Le leggi vanno rispettate!
E a questo punto, il filosofo, dopo aver fatto rigirare nella tomba Platone, chiama – come testimone – il di lui maestro: Socrate. E ripropone al lettore la più celebre delle frasi a Socrate attribuite: le leggi vanno rispettate anche se non condivise.
Era qui che ti volevo! A Renzi bisognerebbe ricordarlo. Ed anche ai Senatori della Repubblica.
La Carta costituzionale, prima delle leggi che regolamentano il nostro Paese, va rispettata, non va stracciata, ignorata, vilipesa. La Costituzione italiana non va squartata come si sta facendo con l’esame del DdL 1934 perché il DdL 1934 è apertamente incostituzionale e anticostituzionale nel senso che non solo non risponde ai principi costituzionali, ma è anche contrario agli stessi!
Dunque non se ne dovrebbe affatto discutere. Il DdL 1934 va RITIRATO. Non esistono altre alternative. E non per una questione di principio, non perché lo si sia letto da un’angolazione sbagliata, non per partito preso, ma perché la Vera Scuola e i Veri Insegnanti sanno esattamente ciò di cui parlano e scrivono perché lo vivono quotidianamente.  Perché la Vera Scuola ed i Veri Insegnanti non hanno MAI cambiato opinione rispetto a questo scandalo del millennio. Non è un’opinione, è un convincimento che ha unito il 90% degli insegnanti il 5 maggio, in occasione di uno sciopero generale epocale.
Ed un estimatore di Platone non può ignorare che l’unica forma di sapere che il filosofo non può mai accettare è la doxa, il mondo dell’opinione mutevole e transitoria.
Può star sereno il Renzi, che si sente tanto filosofo della scuola; può star sereno il Galimberti, che filosofeggia sulla scuola; può star sereno chiunque pensi che l’attuale protesta degli insegnanti sia “opinione mutevole e transitoria”. Non è opinione e non è né cangiante, né passeggera. E’ un NO secco e categorico ad una Riforma che depriva il mondo della Scuola della propria dignità!
Pertanto, così filosofeggiando , è utile suggerire un sillogismo fresco fresco:
Lo squartatore è Jack the Ripper.
Renzi è lo squartatore della Costituzione.
Dunque Renzi è Jack the Ripper.
Commossa, ringrazio il filosofo - esperto di filosofia e di plagio - per aver così sagacemente espresso le sue opinioni nei confronti degli insegnanti.

Bianca Maria Cartella (Insegnante nella Vera Scuola)

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