Hai mai visto il film “Tutti gli uomini del
Presidente”? E lo sai che il titolo era stato mutuato dalla filastrocca “Humpty
Dumpty”? Ecco, in quella filastrocca Humpty Dumpty cadeva da un muro, si
rompeva e “tutti i cavalli e tutti gli uomini del re non riuscirono a
rimetterlo insieme”.
Praticamente un danno irreparabile.
Come la Legge 107. Un danno alla Scuola Vera e chi
nella Vera Scuola lavora. Un danno irreparabile che neanche tutti i tappi del
dirigente riusciranno a sanare.
Era l’inizio del 2015 quando si cominciò a parlare di
una pseudoriforma della scuola e, a luglio dello stesso anno il DDL fu
convertito in legge. Un danno davvero irreparabile perché la Riforma non era
una riforma e perché le denunce di incostituzionalità restarono inascoltate.
Il personale della Vera Scuola protestò in massa e scioperò
in massa. Era il 5 maggio 2015.
Ma i dirigenti rimasero in silenzio. Con le bocche
ermeticamente chiuse dai “tappi della speranza”: la speranza di vedersi
equiparati ai dirigenti della PA; la speranza di vedere riconosciuto un
trattamento retributivo che fosse consono al loro ruolo; la speranza di non
dover sottostare alle numerose vessazioni burocratiche; la speranza di poter
autonomamente scegliere il personale senza dover attingere da regolari
graduatorie; la speranza di poter avere la collaborazione di un intero staff
presidenziale; la speranza di poter avere la governance completa sull’istituto
diretto.
I dirigenti, come tanti Humpty Dumpty allineati sopra
un muro, restarono in un silenzio durato 2
anni; fino al 25 maggio 2017, data in cui alcuni dirigenti scolastici
d’Italia hanno espresso il loro dissenso rispetto alla mancata soddisfazione
delle proprie speranze: avevano sperato che la 107 portasse con sé una reale
riforma e, disillusi, hanno organizzato la loro rabbia. Ma non c’erano tutti.
Ce n’erano alcuni. Pochi per la verità. Ma, attenzione, non hanno espresso
dissenso per la Legge 107. Non ancora. Perché i “tappi della speranza” sono
molteplici e non tutti se ne sono liberati.
Ma il danno irreparabile è stato già compiuto: gli
studenti sono diventati “clienti”; la scuola è diventata “azienda”; l’anno
scolastico è diventato “gara a premi”; gli insegnanti sono diventati “roba da
scegliere”; la discipline di insegnamento sono diventate “competenze da
acquisire”; i rapporti tra colleghi sono diventati “corse a ostacoli”; il CCNL
è diventato “carta straccia che non si rinnova da 8 anni”; gli insegnanti sono
diventati “valvassori e valvassini” e i dirigenti sono diventati “vassalli”.
Il danno è irreparabile e la protesta tardiva, quella
del 25 maggio, non servirà a rimettere insieme i cocci della Vera Scuola. A
nulla servirà aver fatto saltare qualche tappo dalla bocca di qualche
dirigente.
In definitiva, non basteranno tutti i tappi del
dirigente a riassemblare la Vera Scuola.
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