lunedì 29 maggio 2017

Tutti i tappi del dirigente.

Hai mai visto il film “Tutti gli uomini del Presidente”? E lo sai che il titolo era stato mutuato dalla filastrocca “Humpty Dumpty”? Ecco, in quella filastrocca Humpty Dumpty cadeva da un muro, si rompeva e “tutti i cavalli e tutti gli uomini del re non riuscirono a rimetterlo insieme”.

Praticamente un danno irreparabile.

Come la Legge 107. Un danno alla Scuola Vera e chi nella Vera Scuola lavora. Un danno irreparabile che neanche tutti i tappi del dirigente riusciranno a sanare.

Era l’inizio del 2015 quando si cominciò a parlare di una pseudoriforma della scuola e, a luglio dello stesso anno il DDL fu convertito in legge. Un danno davvero irreparabile perché la Riforma non era una riforma e perché le denunce di incostituzionalità restarono inascoltate.
Il personale della Vera Scuola protestò in massa e scioperò in massa. Era il 5 maggio 2015.

Ma i dirigenti rimasero in silenzio. Con le bocche ermeticamente chiuse dai “tappi della speranza”: la speranza di vedersi equiparati ai dirigenti della PA; la speranza di vedere riconosciuto un trattamento retributivo che fosse consono al loro ruolo; la speranza di non dover sottostare alle numerose vessazioni burocratiche; la speranza di poter autonomamente scegliere il personale senza dover attingere da regolari graduatorie; la speranza di poter avere la collaborazione di un intero staff presidenziale; la speranza di poter avere la governance completa sull’istituto diretto.

I dirigenti, come tanti Humpty Dumpty allineati sopra un muro, restarono in un silenzio durato 2  anni; fino al 25 maggio 2017, data in cui alcuni dirigenti scolastici d’Italia hanno espresso il loro dissenso rispetto alla mancata soddisfazione delle proprie speranze: avevano sperato che la 107 portasse con sé una reale riforma e, disillusi, hanno organizzato la loro rabbia. Ma non c’erano tutti. Ce n’erano alcuni. Pochi per la verità. Ma, attenzione, non hanno espresso dissenso per la Legge 107. Non ancora. Perché i “tappi della speranza” sono molteplici e non tutti se ne sono liberati.

Ma il danno irreparabile è stato già compiuto: gli studenti sono diventati “clienti”; la scuola è diventata “azienda”; l’anno scolastico è diventato “gara a premi”; gli insegnanti sono diventati “roba da scegliere”; la discipline di insegnamento sono diventate “competenze da acquisire”; i rapporti tra colleghi sono diventati “corse a ostacoli”; il CCNL è diventato “carta straccia che non si rinnova da 8 anni”; gli insegnanti sono diventati “valvassori e valvassini” e i dirigenti sono diventati “vassalli”.

Il danno è irreparabile e la protesta tardiva, quella del 25 maggio, non servirà a rimettere insieme i cocci della Vera Scuola. A nulla servirà aver fatto saltare qualche tappo dalla bocca di qualche dirigente.


In definitiva, non basteranno tutti i tappi del dirigente a riassemblare la Vera Scuola.


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