Sono un’insegnante che non ha risposte.
I ragazzi pongono domande alle quali non posso fornire
risposte.
Le famiglie cercano di comprendere, ma neanche per loro ci
sono informazioni.
Così, nel tentativo di tenermi informata – per informare – consulto tutto il consultabile e la mia fonte di informazione preferita, perché continuamente aggiornata, mi restituisce ogni giorno lo stesso messaggio con date che si rincorrono. Quindi decido di andare alla fonte: il sito web del Senato.
E scopro che la 7a Commissione Istruzione viene convocata
e sconvocata ogni giorno come se non ci fosse un domani; leggo che gli
esami di Stato del I Ciclo e del II Ciclo si svolgeranno tra 2 settimane e dal
MI ancora non arriva la conversione in legge del DL 22, inerente la conclusione
di quest’anno scolastico e l’inizio del prossimo.
Ora, è chiaro che i Senatori della Repubblica abbiano una
mole di lavoro immenso da svolgere. Soprattutto in questo periodo di emergenza.
E’ altrettanto scontato che si debbano individuare delle priorità. E’ certo che
gli esami dovranno svolgersi, allora? Cosa si attende?
Sarò anche pesante e ridondante, ma continuare a leggere –
sul sito del Senato – che le riunioni della 7a Commissione vengono convocate
e, successivamente, sconvocate; leggere che le discussioni durano al
massimo una mezz’ora senza giungere a conclusione in tempi REGOLARI, mi fa
pensare al famoso detto “chi fraveca e sfraveca, nun perde maje tiempo”.
Ecco, forse sarà anche vero
che chi fa e disfa il tempo non lo perde. Certamente lo impiega male. Lo
impiega a non concludere molto. E sicuramente contribuisce a far perdere tempo
a chi attende norme certe, disposizioni inequivocabili e leggi fornite in tempi
UMANI.
In questo periodo abbiamo
ricevuto informazioni dal MI: hanno dichiarato tutto ed il suo contrario. Senza
rispetto per le tante persone rigorose che nella scuola operano a tutti i
livelli. Convocati e sconvocati senza ritegno. Senza rispetto.
E’ necessario che si sappia.
Lo devo ai miei alunni, alle
loro famiglie. Per una questione di rispetto.
Lo devo a me stessa. Sempre
per una questione di rispetto.
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