Desideravo solo esprimere il mio GRAZIE agli operatori sanitari d’Italia. In modo particolare ai precari che, a breve, saranno stabilizzati e – appena appresa la notizia – hanno immediatamente stimolato il governo ad adottare analoghi provvedimenti per i docenti precari. Grazie per la vostra vicinanza: avete dimostrato di essere degli eroi veri, con la vostra professionalità e con la vostra empatia.
Italy I like.
C’era chi pensava che il
post-Covid ci avrebbe resi migliori. Non penso sia esatto: la pandemia ci ha
resi diversi, cambiando la prospettiva del nostro sguardo.
Tutti sapevamo che, per la Scuola
e la Sanità, le risorse finanziarie erano state progressivamente ridotte
nell’ultimo ventennio. Tutti sapevamo dell’aumento degli alunni per classe. Per
risparmiare. Tutti sapevamo della diminuzione dei posti letto. Per risparmiare.
Tutti sapevamo che i lavoratori precari era preferibile non stabilizzarli. Per
risparmiare.
Trasformazioni peggiorative
operate da Ministri sprovveduti che prospettavano falsi risparmi presentandoli
come “ottimizzazione delle risorse”. Scuole chiuse ed accorpate ad altre. Ospedali chiusi e reparti dismessi.
Poi è arrivato il Covid-19: una
specie di randellata nei denti di tutto un sistema smantellato nel corso di
lustri di indifferenza. Una manganellata alla quale Sanità e Scuola hanno
reagito, operando per la collettività, anche grazie alle risorse professionali precarie
che tutti hanno finto di ignorare per anni.
La Sanità ha curato il fisico, la
malattia ed ha sostenuto la “voglia di guarire”. La Scuola ha curato la mente,
la cultura ed ha sostenuto la “voglia d’imparare”. Ma questa è una visione
romantica della realtà; Sanità e Scuola hanno curato i cittadini.
E qualcuno, in questi giorni,
deve essersi accorto dell’obbligo morale di stabilizzare le posizioni
lavorative degli operatori della sanità. E molti amici infermieri, via social,
hanno immediatamente lanciato una campagna in sostegno degli insegnanti
precari. Migliaia, in Italia. Da decenni. Così, leggendo le loro frasi di
incoraggiamento, leggendo la solidarietà degli infermieri precari nei confronti
degli insegnati precari, ho provato un senso di ammirazione ed un sentimento di
conforto. Avevo cercato l’occasione per ringraziare tutto il personale sanitario
per il lavoro speciale, svolto per noi cittadini comuni, in quest’epoca buia. Ed
eccola qui, offerta proprio dai loro pensieri solidali.
Un lavoro speciale, quello degli
infermieri, reso ancora più speciale dalla precarietà del lavoro di molti: una
precarietà che non lascia intravedere un futuro stabile, una precarietà che
nulla ha sottratto in un periodo durissimo per l’Italia. Dico per l’Italia
perché la precarietà è una piaga molto italiana, direi solo italiana.
Così quel sentimento “I like
Italy” che dovrebbe essere proprio di ogni cittadino del mondo, è diventato un
pensiero differente. E’ cambiata la prospettiva. Ed ho solo pensato che
solidarizzare tra lavoratori precari è davvero “Italy I like”. Si, hai letto
bene, questa è l’Italia che mi piace.
Bianca Maria Cartella
(un'insegnante riconoscente)
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