Così è!
Per tutto
arriva una conclusione ed anche questo esame 2019 è, dunque, giunto ad un
epilogo sospirato ed atteso.
Inderogabile,
peraltro.
Perché è
risaputo che gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione devono
terminare entro il 30 giugno.
Quindi,
riassumendo:
- dopo aver ascoltato
tristissime vite ed encomiabili opere di tutti Santi, i Martiri e le Vergini;
- dopo aver seguito con
interesse le disavventure della geniale Frida Kahlo che, mano nella mano con il
futurista Filippo Tommaso Marinetti, guidati da un intrepido Duce alla
conquista delle terre africane, si imbattevano in improbabili giacimenti di
petrolio;
- dopo aver appreso che l’Abbé Pierre
di cognome faceva Be e che la signorina Thunberg Greta di cognomi ne ha diversi
e variabili, da Turner (come Tina) a Thunderbird (come quell’uccello
leggendario); [suvvia ragazzi! È da febbraio che non si parla d’altro!]
- dopo aver ben immagazzinato il
concetto secondo il quale il petrolio, in realtà, è formato da innocuo plancton
che, leggiadro, si posa sui fondali degli oceani tutti, quindi per la sua
estrazione, in definitiva sarebbe sufficiente un buon dragaggio oceanico;
- dopo essere stati deliziati dalle
soavi melodie egregiamente eseguite da alunni mozartianamente ispirati;
- dopo aver finalmente compreso
che “la censura è una macchia che ti impedisce di vedere“ [praticamente una
specie di maculopatia o una forma particolare di glaucoma];
- dopo aver suggerito “Ve… Ve…
Ve…” per indicare il Venezuela ed aver ricevuto come risposta “Venezia” che, in
effetti, è quasi la stessa cosa;
arriva la
fine degli esami.
Ed è un bene
che arrivi quando il caldo non è ancora torrido, perché così ho la possibilità
di rimettere ordine nelle mie personali conoscenze, cancellando in modo quasi
totale e per questo non definitivo, le vagonate di castronerie creative
ascoltate in questi ultimi giorni.
Ma si sa: è
l’emozione che tende subdoli tranelli ad innocenti ragazzi che si affacciano
alla vita!
Quelli che,
alla fine del loro PPT inseriscono una slide di ringraziamento.
E per alcune
colleghe, quelle sensibili quanto questi ultimi allievi citati, parte la
lacrima sul viso a condire l’abbraccio e il bacio accademico…
Peccato che,
in quell’ultima slide, noi docenti siamo stati paragonati a solerti contadini!
E così parte
una commozione bifronte. Sì, bifronte,
come Giano.
Da un lato
parte la commozione vera, leale, sincera e sentita a cura della collega
sensibile che si scioglie in lacrime.
Dall’altro
lato vorrebbe partire l’altrettanto vera, leale, sincera e sentita commozione
cerebrale (da procurare allo studente sensibile e bravo, attento e dedito ai
sillogismi) a cura della collega inzenzibbbile che, alla vista di cotanto
elevato paragone, indefessamente ed incessantemente, continuerà a compilare
relazioni e verbali che tra 24 ore, saranno definitivamente archiviati in un
pacco ermeticamente chiuso ed opportunamente sigillato.
Meno male!
Finalmente! Una liberazione che necessiterebbe dell'esecuzione di una bella marcia trionfale! Ma su quel fronte abbiamo già dato!
Così, da
dopodomani, potrò finalmente tornare alle mie auliche passioni: riprenderò a
coltivare terre lontane tra Venezia e il Venezuela.
E,
coltivando, canterò “faccetta nera”, tanto mi saranno rimaste impresse nella
memoria tutte quelle storie sulla propaganda bellica.
Poi, tra una semina
ed un raccolto, farò lunghe passeggiate sperando di incontrare Banksy per
comunicargli che colui che pensa che gli insegnanti siano dei contadini, ha
arditamente paragonato la sua street art al Cristo velato del Sanmartino!
Ecco!
Quel velo, a
questo punto, mi servirebbe proprio…
Bianca Maria Cartella
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